Responsabilità

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Il termine responsabilità deriva dal latino respònsus, participio passato del verbo respòndere, rispondere cioè, in un significato filosofico generale, impegnarsi a rispondere, a qualcuno o a se stessi, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano.

In filosofia il concetto di responsabilità implica quello di libertà e libero arbitrio, nel senso che ciascuno può essere ritenuto responsabile del suo operato se questo è avvenuto in base ad una libera scelta e non per condizionamenti necessitanti dovuti a leggi fisiche, psichiche o socioeconomiche.

Come si parla di responsabilità giuridica in relazione ad un dovere giuridico, che ha come referente una norma giuridica, così si può parlare di responsabilità morale in relazione ad un dovere morale (o etico), che ha come referente una norma morale. A differenza del dovere giuridico, la violazione del dovere morale non dà luogo alla necessaria applicazione di una sanzione: può dare luogo ad una sanzione sociale, anche molto pesante (si pensi all'emarginazione dalla comunità di appartenenza), ma si tratta pur sempre di una reazione non istituzionalizzata.

Max Weber distingue l'etica della convinzione (o dell'intenzione o dei principi, in tedesco Gesinnungsethik), di chi agisce seguendo principi che ritiene giusti in sé, a prescindere dalle loro conseguenze, dall'etica della responsabilità (in tedesco Verantwortungsethik), di chi agisce tenendo conto delle conseguenze prevedibili delle sue scelte e dei suoi comportamenti. Come scrive Norberto Bobbio, "Di questi due universi etici sono rappresentanti due personaggi diversi che agiscono nel mondo su vie destinate quasi sempre a non incontrarsi: da un lato l'uomo di fede, il profeta, il pedagogo, il saggio che guarda alla città celeste, dall'altro l'uomo di stato, il condottiero di uomini, il creatore della città terrena. Ciò che conta per il primo è la purezza delle intenzioni e la coerenza dell'azione all'intenzione, per il secondo la certezza e la fecondità del risultato” (Norberto Bobbio, Teoria Generale della Politica).

L'origine del termine si ritrova con esattezza nell'opera The Federalist, una raccolta di articoli scritti da Alexander Hamilton, John Jay e James Madison e pubblicata nel 1788 dove viene usata per la prima volta la parola "responsibility", per indicare che il governo degli Stati Uniti è responsabile del proprio operato nei confronti del popolo che gli ha delegato i suoi poteri.

Aristotele si era già posto il problema della volontarietà o meno dell'azione dannosa quando aveva sostenuto che se la causa dell'agire è in noi ne siamo responsabili, il contrario se la causa è fuori di noi.

Max Weber analizzando il rapporto tra etica e politica, in La politica come professione, chiama "etica della convinzione" (o "etica dei princìpi") quella che fa riferimento a valori morali tali che l'azione da questi ispirata possa essere valutata come giusta o ingiusta, senza tener conto delle possibili conseguenze. Questa etica si ritrova in tutte quelle ideologie, politiche o religiose, che esprimono principi assoluti tali che sia impossibile dubitarne così da giustificare un'azione rivoluzionaria o l'obbedienza cieca a degli imperativi. Vi è poi, secondo il sociologo tedesco, l'"etica della responsabilità" che si esprime nella vita sociale dove le conseguenze possibili delle proprie azioni vanno accuratamente valutate in base al principio dell'”agire razionale rispetto allo scopo”.

Il concetto di “etica della responsabilità” è stato studiato anche dal filosofo tedesco Hans Jonas, nel senso che le nostre azioni vanno valutate per le conseguenze non solo nei confronti dei contemporanei ma anche per il futuro. Nell’opera Il principio responsabilità ("Das Prinzip Verantwortung"), edito nel 1979, Jonas esprime il principio cardine di un'etica razionalista applicata in particolare ai temi dell'ecologia e della bioetica. Sostiene la necessità di applicare il principio di responsabilità ad ogni gesto dell'uomo che "deve" prendere in considerazione le conseguenze future delle sue scelte e dei suoi atti, richiamandosi dunque al pensiero di Kant.

Hans Jonas inserisce la propria proposta teorica nel provocatorio progetto della fondazione dell'etica nell'ontologia, in nome della salvaguardia dell'essere e dell'umanità nell'Universo minacciato dalla tecnica, con le sue conseguenze distruttive sul piano planetario.

Uno sviluppo più specificatamente filosofico del tema si deve alla più recente filosofia francese di Emmanuel Lévinas e di Jacques Derrida, i quali hanno notato la problematicità di questo concetto se lo si mette in relazione con il principio giuridico di "imputabilità". Premesso che responsabilità vuol dire "rispondere" delle proprie azioni, questa risposta e la conseguente decisione non può attuarsi in senso assoluto. Per esempio un governante deve "rispondere" agli interessi dei concittadini mettendo da parte, cioè "non rispondendo" ai propri interessi personali.