Recovery house
La Recovery è il percorso che il paziente attraversa dallo stato di crisi alla guarigione, posto il fatto che la guarigione vera è propria non è mai perfettamente raggiungibile ma piuttosto un obiettivo ideale che riguarda una revisione della personalità del paziente ed un nuovo equilibrio psichico ed esistenziale. Essa è pertanto un processo complesso e non lineare, di cambiamento, una esperienza di crescita oltre la malattia. I resoconti dei pazienti tendono a valorizzare il fatto che siano gli utenti stessi a decidere di riprendersi.
E’ un processo irripetibile per ogni persona, un modo di vivere in cui si riguadagna fiducia in sé e si sviluppano aspettative positive. Si riorganizza il senso di sé: stima di sé, efficacia personale e luogo interno di controllo.
Sono stati identificati diversi elementi comuni ai vari percorsi: la ripresa di aspettative sul futuro, il superamento della negazione della malattia, l’accettazione della nuova condizione, il coinvolgimento, l’atteggiamento attivo, la rivendicazione di un senso di sé positivo (insieme di supporto e di partnership).
Quali sono i segni che permettono di identificare l’inizio di un processo di Recovery? Alcuni segni sono soggettivamente percepiti dagli utenti: l’esistenza di progetti di vita, la fiducia nelle proprie capacità di iniziativa, l’organizzazione piacevole del tempo libero, l’armonia con l’ambiente, la sensazione di benessere vitale, la stima di se stessi, la percezione del futuro, la riduzione dello stigma interno. Altri segni sono più oggettivabili: il ricoprire un ruolo valido e soddisfacente, la realizzazione di relazioni significative, la riduzione e/o il controllo dei sintomi, il miglioramento della salute fisica.
Il progetto Recovery House, nato nel 2014, è realizzato dal Dipartimento di Salute Mentale di Trieste in co-produzione con la Cooperativa Germano, attraverso la modalità di affidamento dei BIS che permette sia l’accoglienza di quattro giovani adulti in contatto con i servizi di salute mentale sulle 24 ore per un periodo di sei mesi, che ulteriori attività diurne volte a potenziare i percorsi di recovery. La Recovery House si trova in Campo San Giacomo 9/2, appartamento messo a disposizione dal partner Cooperativa Germano, dove lavorano complessivamente sette operatori a tempo pieno e un peer support worker a part-time. L’obiettivo della RH è fornire un tempo ed uno spazio entro i quali la persona, che ha scelto di partecipare al progetto, possa essere supportata ad avviare un processo di ripresa e di cambiamento personale, mantenendo un rapporto di stretta collaborazione con la propria famiglia e con i servizi di salute mentale di riferimento. Si tratta di offrire alle persone l’occasione per immaginare e progettare scelte di vita alternative a quelle sperimentate fino a quel momento. Durante i sei mesi di permanenza, le persone hanno la possibilità di aprire, o riprendere, una riflessione sul loro percorso e progetto di vita, coinvolgendo e potenziando la propria rete sociale: familiari, operatori di riferimento del Servizio di appartenenza, operatori della Recovery House, facilitatori e/o altre figure affettivamente significative. In questo senso, i familiari e la rete di sostegno e cura della persona sono coinvolti in un processo di riflessione e di revisione individuale, soprattutto in relazione al loro modo di rapportarsi all’altro, in un percorso reciproco di recovery. Una caratteristica determinante del progetto riguarda la possibilità offerta alla persona e alla sua rete, di continuare a collaborare con la Recovery House anche successivamente al periodo di permanenza nella casa, attraverso la partecipazione alle attività collettive, al supporto individuale e di rete, alle attività di pari.
La “Recovery House” rappresenta l’idea di una casa con altri “alla pari”, in una relazione di “orizzontalità”.
Izabel Marin, assistente sociale responsabile della RH, nel corso dell’intervista rilasciata a “Oltre il Giardino” il 2/2/2022, ha raccontato che la prima esperienza di “Recovery House” in Italia è stata a Faenza ed è stata una forma di “green recovery”, cioè una casa con orto gestita da Ron Coleman.