Psicoterapia cognitivo-comportamentale

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La psicoterapia cognitivo-comportamentale, anche chiamata terapia cognitivo-comportamentale (TCC), è un tipo di psicoterapia che ha nei suoi obiettivi quello di trattare un'ampia gamma di disturbi psicopatologici. Si tratta in realtà di un termine ombrello, con cui si indica una vasta famiglia di psicoterapie, anche diversificate tra loro.

La TCC è una forma di terapia "focalizzata sul problema" e "orientata all'azione". Essa si concentra sul cambiamento delle distorsioni cognitive (come pensieri, convinzioni e atteggiamenti) e sui comportamenti ad esse associati, per migliorare la regolazione emotiva e sviluppare adeguate strategie di coping.

Originariamente ideata per curare il disturbo depressivo, le sue applicazioni sono state ampliate per includere il trattamento di molte altre condizioni di salute mentale, tra cui ansia, disturbo da uso di sostanze, problemi coniugali e disturbi alimentari. La TCC tratta tipicamente psicopatologie ben definite, ragion per cui la fase di diagnosi è un elemento essenziale della stessa, e utilizza tecniche e strategie basate sull'evidenza.

La TCC è stata sviluppata originariamente negli anni settanta del XX secolo, a partire dalla confluenza di numerosi sviluppi delle ricerche sulle terapie del comportamento (le "behavior therapies"), iniziate negli anni '50. Chiamata "cognitive-behavior modification" ovvero modificazione cognitivo-comportamentale da D. Meichenbaum, ha avuto grande impulso dopo la diffusione del lavoro scientifico di Aaron Beck che, tuttavia, la chiamò "terapia cognitiva".

  • Il termine "cognitivo" fa riferimento a tutto ciò che accade internamente alla mente, ovvero tutti i processi mentali come pensiero, ragionamento, attenzione, memoria, con implicazioni sullo stato di coscienza o consapevolezza, etc.
  • Il termine "comportamentale" fa riferimento invece ai comportamenti manifesti (non solo azioni e condotte, ma tutte le attività osservabili dell'organismo in rapporto con l'ambiente) da parte del soggetto.

La TCC rappresenta lo sviluppo e l'integrazione delle terapie comportamentali e di quelle cognitiviste, ponendosi cioè in una posizione di sintesi degli approcci neocomportamentisti, della REBT (Rational-Emotive Behavior Therapy) di Albert Ellis e della terapia cognitiva classica di Aaron Beck, di cui cerca di integrare i principali aspetti funzionali.

È una terapia direttiva, adattata al trattamento individuale, di coppia e in gruppo e di breve durata, dove il terapeuta istruisce il paziente ed assume attivamente il ruolo di “consigliere esperto” permettendo di evidenziare cambiamenti e miglioramenti.

Essa è finalizzata a modificare quelli che la teoria di riferimento definisce i pensieri negativi, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi del paziente, con lo scopo di facilitare la riduzione e l'eliminazione del sintomo o del disturbo psicologico.

A differenza di altre psicoterapie, la TCC si focalizza prevalentemente sul presente, orientandosi alla soluzione dei problemi attuali. I pazienti apprendono alcune specifiche abilità (coping), che possono utilizzare anche in seguito, e che riguardano l'identificazione dei cosiddetti modi distorti di pensare, la modificazione di convinzioni irrazionali e il cambiamento di comportamenti disadattivi. In tal senso, la TCC poggia esclusivamente su una base sperimentale che ricalca il metodo proprio delle scienze naturali. Poiché tuttavia la sua presunta efficacia nel trattamento dei disturbi psicopatologici si limita al piano dell'evidenza empirica, è stato contestato il suo approccio meccanico e puramente funzionale.