Postmodernità
Il postmodernismo è un ampio movimento ideale che si è sviluppato tra la metà e la fine del XX secolo attraversando la filosofia, le arti, l'architettura e la critica. E’ generalmente caratterizzato da scetticismo, ironia o rifiuto delle grandi narrazioni e ideologie del modernismo, spesso mettendo in discussione i presupposti proclamati dall'Illuminismo.
La postmodernità è quel periodo storico, successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel quale hanno avuto termine le grandi narrazioni dell’età borghese (illuminismo appunto, capitalismo, imperialismo). La postmodernità è quindi per sua stessa natura anti-borghese, ma rappresenta anche il fallimento delle grandi ideologie che si sono affermate dall’800 in poi (marxismo, comunismo, ecc.). Nega l'esistenza di una realtà universale e stabile e può essere descritta come una reazione contro i tentativi scientifici di spiegare la realtà con obiettiva certezza. È quindi scettica nei confronti della scienza, declamando l'arbitrarietà dell'indagine estetica o delle opere d’arte.
I pensatori postmoderni richiamano spesso l'attenzione sulla natura contingente o socialmente condizionata delle rivendicazioni della conoscenza e dei sistemi di valori, in quanto prodotti di particolari discorsi e gerarchie politiche, storiche o culturali. Viene richiamata spesso l'attenzione sulla natura contingente o socialmente condizionata della conoscenza e dei sistemi di valori, intendendoli come prodotti di supremazie politiche o culturali.
Gli approcci postmoderni critici negli anni '80 e '90 sono stati introdotti in una varietà di discipline, tra cui filosofia della scienza, economia, linguistica, letteratura, arte contemporanea, musica, architettura, nonché in movimenti culturali come il femminismo. Il postmodernismo è spesso associato a scuole di pensiero come il decostruzionismo, il post-strutturalismo e filosofi come Jean-François Lyotard, Jacques Derrida e Fredric Jameson.