Il problema della liberazione della follia e della soggettività

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Franco Basaglia, noto in Italia e nel mondo per l’importantissima Legge 180/1978 che poi da lui prende anche il nome, costruì la sua formazione di psichiatra su una ricca cultura filosofica. In particolare Basaglia lesse Edmund Husserl, Martin Heidegger, Jean-Paul Sartre e Maurice Merleau-Ponty, cioè tutti quei filosofi che al suo tempo rappresentavano l'avanguardia delle conoscenze in tema di ricerca filosofica. Questi autori rifiutano una semplice lettura organicistica del soggetto a favore invece di un’analisi più distesa delle problematiche esistenziali della persona. La fenomenologia usa il termine “soggetto” o “soggettività” in riferimento all’uomo nel farsi concreto della sua vita. Chiudere l’Ospedale Psichiatrico di Trieste fu per Basaglia non solo una conquista giuridica ma anche storica in quanto grazie alla riforma da lui voluta i pazienti restituiti alla città riacquistarono la propria autentica soggettività e anche la componente di follia presente in essa (follia non in senso dispregiativo o di pericolo sociale ma come componente creativa presente nell’essere umano). Secondo la scuola filosofica di impianto fenomenologico-esistenziale la follia presente nell’essere umano non va repressa ma aiutata ad emergere ed esprimersi in maniera libera.

Bibliografia Pier Aldo Rovatti, Restituire la soggettività. Lezioni sul pensiero di Franco Basaglia, AlphaBeta edizioni, 2013