Conversione digitale

Da oltreilgiardino.
Versione del 27 set 2022 alle 08:42 di Utente1 (discussione | contributi) (Creata pagina con "La conversione analogico-digitale è un procedimento che associa a un segnale analogico (a tempo continuo e a valori continui) un segnale numerico (tempo discreto e a valori d...")
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Jump to navigation Jump to search

La conversione analogico-digitale è un procedimento che associa a un segnale analogico (a tempo continuo e a valori continui) un segnale numerico (tempo discreto e a valori discreti). Questo procedimento oggi è effettuato esclusivamente tramite circuiti integrati dedicati, o circuiti ibridi.

L'idea che sta alla base della digitalizzazione è la seguente: qualsiasi grandezza fisica di interesse (tensione, corrente, pressione, velocità...) viene campionata, ossia misurata ad intervalli di tempo regolari e il valore della misura viene codificato come numero binario; se la grandezza assume diversi valori nel tempo, essa sarà misurata a intervalli regolari, dando luogo ad una sequenza di numeri.

La conversione si può suddividere in quattro operazioni principali:

  1. filtraggio del segnale;
  2. campionamento del segnale (discretizzazione in tempo);
  3. quantizzazione dei campioni (discretizzazione in ampiezza);
  4. codifica dei campioni quantizzati con un numero di n cifre.

Il procedimento di conversione viene utilizzato oggi diffusamente nei più importanti centri di catalogazione pubblici e privati in quanto permette di recuperare materiale audiovisivo (o informatico) ormai obsoleto (ad esempio musicassette, VHS, floppy-disk) salvagurdandone il contenuto e recuperando preziosamente lo spazio occupato dai vecchi supporti.