Casa editrice "e"
Il primo numero della rivista esce nel 1986 dopo una lettura pubblica di poesie che danno voce al silenzio e alla reclusione vissute dai loro autori. Le edizioni coniugano e calibrano sia voci ignote, sia ciò che è noto e consapevole. È un mondo in cui si mescolano comunicazione figurale e quella scritta e in cui si incontrano anche linguaggi più creativi che però non escludono le aree più scientifiche. In questo progetto sono coinvolti intellettuali, poeti e artisti delle età più diverse e provenienti da differenti fasce sociali che attraverso il loro contributo fanno emergere nuove criticità nell’area della comunicazione. Il lavoro pensato in questa casa editrice attribuisce valore a modalità espressive che vanno al di là del noto e di ciò che è famoso. Vengono messe in campo modalità di comunicare che affrontano realtà non stereotipate e che non passano per il filtro distorto dei media e delle mode che sempre si vogliono imporre.
Rivista e n.0 Giornale “murale” con pochi fogli e leggibile a distanza che combina ingenuità e invenzione.
Rivista e n.1 Primo numero organico della rivista in cui emerge la volontà di esagerare e provocare. Riporta dibattiti, interventi di “vecchi maestri”, storie di gente perduta, testi poetici e figurativi.
Rivista e n.2/3 Inchieste che hanno l’obiettivo di ristabilire il senso dell’informazione, della testimonianza, della scrittura e la funzione antica della carta stampata.
Rivista e n.4 Le pagine vengono utilizzate come posters, spazi in cui culture e linguaggi si mescolano, etnie e razze si amalgamano. Emergono i limiti del concetto di suddivisione delle persone in “maggioranze” e “minoranze” e il desiderio di porre fine alle esclusioni ed auto esclusioni che il disagio mentale comporta.