Ospedale Psichiatrico di Trieste

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In epoca asburgica il primo centro di ricezione per i cosiddetti “mentecatti” fu aperto nel 1773 con il nome di “Conservatorio generale dei poveri”. Nel 1784 l’edificio fu trasformato in caserma ed i suoi reparti furono trasferiti sul colle di San Giusto, in un ospedale ricavato negli edifici dell’ex arcivescovado. Con l’inaugurazione dell’Ospedale Maggiore nel 1841, il vecchio Ospedale di San Giusto divenne unicamente manicomio. Rimase in funzione fino all’apertura del nuovo Ospedale Psichiatrico nel marzo 1908, il quale aveva una competenza territoriale più ampia, raccogliendo pazienti dalle province di Trieste, Gorizia ed Istria. I malati mentali per forme non acute vennero ricoverati, nel corso dell’800, anche presso l’Ospedale Maggiore.

La nuova struttura manicomiale, a padiglioni, sorse in località San Giovanni ed era più grande ed elegante di quelle di Vienna o Praga. L’VIII divisione psichiatrica presso l’Ospedale Maggiore mantenne funzioni di primo accoglimento fino alla chiusura avvenuta nel 1924. L’ospedale accolse fin dalla sua istituzione, sotto il regime asburgico, pazienti di tutte le province del Litorale austriaco. Sotto l’amministrazione italiana la struttura passò dalla gestione comunale a quella della Provincia.

Nel comprensorio dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale fu aperto nel 1928 l’Istituto Medico Pedagogico e nel 1935 il Sanatorio Neurologico Provinciale, tutti (come l’Ospedale dei Cronici istituito già nel 1913) di proprietà del Comune di Trieste, ma posti sotto la direzione unitaria del direttore dell’Ospedale Psichiatrico.

Con la direzione di Franco Basaglia, a partire dal 1971, furono messe in atto varie iniziative che portarono alla Legge 180/1978. La definitiva chiusura dell’Ospedale Psichiatrico fu sancita con  delibera della Giunta Provinciale dell’11 luglio 1980, n. 1939.