Impresa sociale

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Secondo il Codice Civile l’impresa sociale è un ente privato che esercita in via stabile e principale un'attività d'impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. In Italia, la loro comparsa coincide con la chiusura di grandi strutture residenziali pubbliche o parapubbliche come risposta alla conseguente deistituzionalizzazione, con il generico obiettivo di reinserire nella società i soggetti precedentemente istituzionalizzati. In diversi Paesi, le imprese sociali si sono configurate come esperienze di mutuo-aiuto fra portatori di bisogno e varie espressioni delle comunità locali, che si sono dedicate in maniera diretta alla produzione. Tuttavia, la definitiva consacrazione dell'impresa sociale viene causata dalla generalizzata crisi dei sistemi di welfare e dall'orientamento al decentramento dei poteri pubblici, che permette a queste imprese di ritagliarsi nuovi spazi. Il valore aggiunto rispetto a un'impresa tradizionale sta nel tentativo di produrre servizi ad alto contenuto relazionale, nel cercare di fare "rete" con esperienze del terzo settore, nel produrre esternalità positive per la comunità; fondamentali sono la promozione dello sviluppo locale, l'adozione di valori quali la giustizia sociale, la garanzia di democraticità dell'organizzazione e di un coinvolgimento diretto dei lavoratori nella gestione, le pari opportunità e la riduzione delle diseguaglianze.

Più in generale, l’impresa sociale vuole tutelare le fasce più deboli, disagiate e vulnerabili della società attraverso servizi di formazione e assunzione delle categorie svantaggiate. Impresa sociale significa anche promozione delle cooperative giovanili, erogazione di contratti di lavoro part-time anziché assegni di disoccupazione, servizi di assistenza agli anziani e cura delle periferie urbane più degradate. Sostiene Franco Rotelli: “Partiamo dalla più grave contraddizione: la frattura radicale istituita nelle società avanzate tra mondo del lavoro e mondo dell’assistenza; la questione che poniamo è quella dell’immenso spreco di risorse economiche ed umane che ciò comporta; ciò che va reinterrogato è il concetto di normalità produttiva che muta nel tempo ma definisce di volta in volta il confine tra i due mondi; ciò che ci scandalizza è la distruzione di risorse fosse anche residuali degli assistiti (handicappati, anziani, folli, disoccupati, marginali etc.). Diviene evidente l’immensità del compito di invertire la tendenza.” (Relazione introduttiva al convegno “L’impresa sociale”, Parma, palazzo delle Facoltà Umanistiche della Università, 10/11/12 gennaio 1991)



Bibliografia Angelo Righetti, I budget di salute e il welfare di comunità, Editori Laterza, 2014 AA. VV., Formazione e inserimento lavorativo, Asterios editore AA. VV., Nell'impresa sociale, edizioni e n/e, CCNL Cooperative Sociali, www.cantieri sociali.eu Ota de Leonardis, Diana Mauri, Franco Rotelli, La empresa social, La investigaciòn social