Differenze tra le versioni di "Nuova organizzazione dell’Ospedale Psichiatrico"
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Da Torino arrivò a Trieste il sociologo Augusto Debernardi. | Da Torino arrivò a Trieste il sociologo Augusto Debernardi. | ||
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Versione attuale delle 10:24, 25 ott 2023
Quando Franco Basaglia divenne direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale decise di dividerlo in cinque zone in base alla “popolosità” e alla “complessità” dei vari padiglioni e reparti.
Le équipe basagliane al loro arrivo a Trieste trovano due primari: Massimiliano Belsasso, direttore del reparto “accettazione uomini”, e Antonello Missaglia, direttore del reparto “accettazione donne”. Il primo appoggiava il progetto di riforma mentre Antonello Missaglia era piuttosto contrario.
Da Parma arrivarono a Trieste Luciano Carrino, Assunta Signorelli, Franco Rotelli, dalla Puglia la giovane neolaureata Giovanna Del Giudice, da Venezia Lorenzo Toresini.
Da Torino arrivò a Trieste il sociologo Augusto Debernardi.
La parte alta dell’OP venne denominata “La Montagna”, una zona nei cui reparti erano ricoverati degenti tranquilli e con pochi problemi. I cosiddetti “tranquilli” erano ricoverati nei padiglioni M (donne) e F (uomini). G ed H erano le casette dedicate ai lavoratori, mentre nei padiglioni W e Z risiedevano i giardinieri, infine vi era una casa domenicale pronta ad accogliere gli eventuali ospiti, gli apparati amministrativi e gli spazi dedicati alle suore. Bianchedi divenne capo infermiere del padiglione F, Giacca delle casette dei lavoratori, e Tiselli del padiglione M (donne tranquille).