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È un giornale interno all'ospedale psichiatrico redatto da medici e infermieri e rivolto sia a questi sia ai malati. Tra i temi c’è la rottura del rapporto di fiducia e di complicità reciproca (paziente-medico) e la presa di coscienza da parte dei pazienti che si rendono conto di avere dei diritti. Ci si rende conto che nel momento in cui il malato viene espropriato di tutto non si cura del luogo in cui vive né di collaborare con gli infermieri, che vede come carcerieri. Emerge l’intento di ristabilire il contatto coi malati e viene messa in discussione la funzione che la società dava al manicomio. L’intento è quello di affrontare la divisione esistente in ospedale con il fine di capovolgerla.
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“Blip Blip” è stato un giornale interno all'ospedale psichiatrico di Trieste redatto negli anni di Basaglia, il nome viene dal rumore del cercapersone del personale medico. Tra i temi trattati nel giornale c’è la rottura del rapporto di fiducia e di complicità reciproca (paziente-medico) e la presa di coscienza da parte dei pazienti che si rendono conto di avere dei diritti. Ci si rende conto che nel momento in cui il malato viene espropriato di tutto non si cura del luogo in cui vive né di collaborare con gli infermieri, che vede come carcerieri. Emerge l’intento del personale di ristabilire il contatto coi malati e viene messa in discussione la funzione che la società dava al manicomio. L’intento è quello di affrontare le separazioni esistenti nell’ospedale con il fine di capovolgerle.

Versione attuale delle 09:16, 25 ott 2023

“Blip Blip” è stato un giornale interno all'ospedale psichiatrico di Trieste redatto negli anni di Basaglia, il nome viene dal rumore del cercapersone del personale medico. Tra i temi trattati nel giornale c’è la rottura del rapporto di fiducia e di complicità reciproca (paziente-medico) e la presa di coscienza da parte dei pazienti che si rendono conto di avere dei diritti. Ci si rende conto che nel momento in cui il malato viene espropriato di tutto non si cura del luogo in cui vive né di collaborare con gli infermieri, che vede come carcerieri. Emerge l’intento del personale di ristabilire il contatto coi malati e viene messa in discussione la funzione che la società dava al manicomio. L’intento è quello di affrontare le separazioni esistenti nell’ospedale con il fine di capovolgerle.