Differenze tra le versioni di "Luna e l'altra"
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“Luna e l'Altra” è una associazione culturale di donne nata a Trieste nel 1990, dalla volontà di un gruppo di operatrici, utenti, volontarie e “donne della città” che avevano partecipato alla trasformazione istituzionale nel campo della salute mentale, da Franco Basaglia – con la fattiva collaborazione di Franca Ongaro Basaglia. Una quindicina di donne che si erano incontrate a partire dagli anni '70 nell'allora Ospedale Psichiatrico di S. Giovanni, decisero di mettere in comune le proprie competenze per cercare risposte nuove sul tema della salute delle donne. Tuttora “Luna e l'Altra”, diventata Organizzazione di volontariato – ODV, ed iscritta al Registro Nazionale del Terzo Settore, conduce progetti volti alla valorizzazione delle esperienze e saperi femminili e all’empowerment delle donne che più fanno fatica a vivere, condividendo proposte ed azioni con i Servizi di Salute Mentale, in convenzione con l'Azienda Sanitaria, un tempo Triestina, ora Azienda Sanitaria Universitaria Giuliana Isontina - ASUGI. | “Luna e l'Altra” è una associazione culturale di donne nata a Trieste nel 1990, dalla volontà di un gruppo di operatrici, utenti, volontarie e “donne della città” che avevano partecipato alla trasformazione istituzionale nel campo della salute mentale, da Franco Basaglia – con la fattiva collaborazione di Franca Ongaro Basaglia. Una quindicina di donne che si erano incontrate a partire dagli anni '70 nell'allora Ospedale Psichiatrico di S. Giovanni, decisero di mettere in comune le proprie competenze per cercare risposte nuove sul tema della salute delle donne. Tuttora “Luna e l'Altra”, diventata Organizzazione di volontariato – ODV, ed iscritta al Registro Nazionale del Terzo Settore, conduce progetti volti alla valorizzazione delle esperienze e saperi femminili e all’empowerment delle donne che più fanno fatica a vivere, condividendo proposte ed azioni con i Servizi di Salute Mentale, in convenzione con l'Azienda Sanitaria, un tempo Triestina, ora Azienda Sanitaria Universitaria Giuliana Isontina - ASUGI. | ||
− | Breve storia di luoghi e persone | + | Breve storia di luoghi e persone: |
Il primo luogo utilizzato per riunioni, incontri, eventi era stato lo spazio bar dell'O.P.P. - padiglione “Accettazione uomini”, oggi sede del Distretto ASUGI n. 4. Con la nascita del Centro Donna Salute Mentale, Luna si trasferì in via Gambini, dove furono avviate dalle operatrici molte attività dedicate al ben essere delle donne: cure dolci, con fiori di Bach, massaggi schiatzu e altro, mentre le volontarie dell'associazione proponevano laboratori di lettura e scrittura, teatro, fotografia. | Il primo luogo utilizzato per riunioni, incontri, eventi era stato lo spazio bar dell'O.P.P. - padiglione “Accettazione uomini”, oggi sede del Distretto ASUGI n. 4. Con la nascita del Centro Donna Salute Mentale, Luna si trasferì in via Gambini, dove furono avviate dalle operatrici molte attività dedicate al ben essere delle donne: cure dolci, con fiori di Bach, massaggi schiatzu e altro, mentre le volontarie dell'associazione proponevano laboratori di lettura e scrittura, teatro, fotografia. | ||
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Degli anni '90 sono i rapporti con donne immigrate a seguito delle guerre di Jugoslavia – alcune seguite dai Servizi di Salute Mentale a causa dei traumi dovuti ai conflitti e con donne attive negli stati nazionali nati a partire dal 1991: in particolare Slovenia, Croazia, Serbia e Bosnia Erzegovina (cfr. “Sarajevo oltre lo specchio” di Merima Hamulic' Trbojevic', ed. Sensibili alle foglie 1995). | Degli anni '90 sono i rapporti con donne immigrate a seguito delle guerre di Jugoslavia – alcune seguite dai Servizi di Salute Mentale a causa dei traumi dovuti ai conflitti e con donne attive negli stati nazionali nati a partire dal 1991: in particolare Slovenia, Croazia, Serbia e Bosnia Erzegovina (cfr. “Sarajevo oltre lo specchio” di Merima Hamulic' Trbojevic', ed. Sensibili alle foglie 1995). | ||
− | In Centro Donna via Gambini si organizza anche “Confini Donna, per un giorno il Parco di Santa Giovanna”, giornata di “occupazione femminile del Parco di S. Giovanni”, a cui partecipano scrittrici, intellettuali, comiche, giornaliste, le amiche Franca Ongaro Basaglia e Maria Grazia | + | In Centro Donna via Gambini si organizza anche “Confini Donna, per un giorno il Parco di Santa Giovanna”, giornata di “occupazione femminile del Parco di S. Giovanni”, a cui partecipano scrittrici, intellettuali, comiche, giornaliste, le amiche Franca Ongaro Basaglia e Maria Grazia Giannichedda. |
Anna Scoppio, in partenariato con enti di formazione e con il finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia, dà l'avvio a corsi costruiti su misura per donne in difficoltà, dai quali sono uscite anche delle figure di “peer support” che hanno collaborato e tuttora collaborano con le operatrici e le volontarie di Luna. | Anna Scoppio, in partenariato con enti di formazione e con il finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia, dà l'avvio a corsi costruiti su misura per donne in difficoltà, dai quali sono uscite anche delle figure di “peer support” che hanno collaborato e tuttora collaborano con le operatrici e le volontarie di Luna. |
Versione attuale delle 10:00, 23 ott 2023
“Luna e l'Altra” è una associazione culturale di donne nata a Trieste nel 1990, dalla volontà di un gruppo di operatrici, utenti, volontarie e “donne della città” che avevano partecipato alla trasformazione istituzionale nel campo della salute mentale, da Franco Basaglia – con la fattiva collaborazione di Franca Ongaro Basaglia. Una quindicina di donne che si erano incontrate a partire dagli anni '70 nell'allora Ospedale Psichiatrico di S. Giovanni, decisero di mettere in comune le proprie competenze per cercare risposte nuove sul tema della salute delle donne. Tuttora “Luna e l'Altra”, diventata Organizzazione di volontariato – ODV, ed iscritta al Registro Nazionale del Terzo Settore, conduce progetti volti alla valorizzazione delle esperienze e saperi femminili e all’empowerment delle donne che più fanno fatica a vivere, condividendo proposte ed azioni con i Servizi di Salute Mentale, in convenzione con l'Azienda Sanitaria, un tempo Triestina, ora Azienda Sanitaria Universitaria Giuliana Isontina - ASUGI.
Breve storia di luoghi e persone:
Il primo luogo utilizzato per riunioni, incontri, eventi era stato lo spazio bar dell'O.P.P. - padiglione “Accettazione uomini”, oggi sede del Distretto ASUGI n. 4. Con la nascita del Centro Donna Salute Mentale, Luna si trasferì in via Gambini, dove furono avviate dalle operatrici molte attività dedicate al ben essere delle donne: cure dolci, con fiori di Bach, massaggi schiatzu e altro, mentre le volontarie dell'associazione proponevano laboratori di lettura e scrittura, teatro, fotografia.
Degli anni '90 sono i rapporti con donne immigrate a seguito delle guerre di Jugoslavia – alcune seguite dai Servizi di Salute Mentale a causa dei traumi dovuti ai conflitti e con donne attive negli stati nazionali nati a partire dal 1991: in particolare Slovenia, Croazia, Serbia e Bosnia Erzegovina (cfr. “Sarajevo oltre lo specchio” di Merima Hamulic' Trbojevic', ed. Sensibili alle foglie 1995).
In Centro Donna via Gambini si organizza anche “Confini Donna, per un giorno il Parco di Santa Giovanna”, giornata di “occupazione femminile del Parco di S. Giovanni”, a cui partecipano scrittrici, intellettuali, comiche, giornaliste, le amiche Franca Ongaro Basaglia e Maria Grazia Giannichedda.
Anna Scoppio, in partenariato con enti di formazione e con il finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia, dà l'avvio a corsi costruiti su misura per donne in difficoltà, dai quali sono uscite anche delle figure di “peer support” che hanno collaborato e tuttora collaborano con le operatrici e le volontarie di Luna.
Dall'8 marzo 1999 Centro Donna si trasferisce in Androna degli Orti, nel centro storico della città e lì trovano “casa” il consultorio familiare, la piccola Cooperativa sociale Cassiopea e nuove attività: laboratorio di sartoria/maglieria, parrucchiera, produzioni di libri e audiovisivi, rassegne estive di cinema/teatro/musica/fotografia nell'accogliente giardino cinto da mura antiche.
Nel marzo dell'anno successivo, Fabrizia Ramondino viene a presentare in anteprima il libro “Passaggio a Trieste” - Einaudi 2000, che racconta la sua esperienza di un lungo soggiorno di “osservazione partecipata” in via Gambini.
Negli anni 2000, l’associazione ha accolto al proprio interno il Gruppo Cagipota Kažipot, nato come gruppo di auto mutuo aiuto nel Centro di salute Mentale di Barcola.
Testimonianze delle protagoniste di quegli anni si possono leggere anche in “Donne attraverso” - Istituto Gasparini, 2013, di Silva Bon Ricordiamo le presidenti che si sono succedute alla guida di Luna:
Assunta Signorelli, Paola Zanus, Anna Scoppio, Gabriella Musetti, Silva Bon, Tea Giorgi, Florentia Corsani (dal 2020 a oggi).
Tutte le attività si realizzano grazie ad una rete sapientemente e pazientemente costruita con altri gruppi di donne, enti ed istituzioni, soprattutto intorno alle date dell'8 marzo – “Festa della Donna” e del 25 novembre – “Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne” .
In Androna degli Orti, il 22 dicembre 2006 Luna e l'Altra organizza una bicchierata di auguri di fine anno invitando amiche e associazioni, e lancia l'idea di proporre alla città un “luogo delle donne” non istituzionale, autogestito dalle associazioni. Dopo tre anni, a dicembre 2009, si inaugura la “Casa Internazionale delle Donne – Trieste”, ideata, progettata e realizzata in una sede messa a disposizione dalla Provincia, da un'Associazione Temporanea di Scopo formata da 8 realtà femminili più la Cooperativa sociale Cassiopea: Luna e l'Altra è capofila dell'ATS, dal 2008 al 2020.
Si è così compiutamente realizzato quanto auspicato dalle fondatrici nel lontano 1990: le donne attive nell’associazionismo democratico hanno messo a disposizione di tutta la città le proprie energie e la propria creatività in uno spazio pubblico recuperato dopo decenni di incuria ed abbandono.
Dall'ex Ospedale Psichiatrico Provinciale di S. Giovanni alla guida della CID le donne di Luna e l'Altra ne hanno fatta di strada.
Oggi:
Luna continua a condividere proposte ed azioni con il Dipartimento di Salute Mentale, in convenzione con ASUGI nel progetto di genere “Una casa tutta per noi”. Si tratta della gestione di un grande appartamento nel centro della città dove gravitano, a rotazione dalle 120 alle 150 donne all’anno, partecipando a varie iniziative dirette a contrastare processi di esclusione ed emarginazione, favorendo pratiche di accoglienza e aggregazione per donne in difficoltà. Le donne, mandate dai servizi territoriali, trovano un’ampia offerta di attività, tempi e modi per recuperare benessere e autonomia, utilizzando reti di relazioni costruite sul territorio con lo sguardo e le risorse delle donne. Il progetto prevede inoltre la possibilità di ospitare alcune donne, per brevi periodi, grazie a due posti letto in via Genova e tre in un altro appartamento. Da molti anni si avviano borse lavoro per soggetti a rischio di esclusione sociale, nonché tirocini formativi e contratti di collaborazione per persone con disagio mentale. Il libro “Pratiche per una salute mentale di genere” a cura di Sergia Adamo, Marina Barnabà e Valentina Botter - Vita Activa 2021 documenta questa esperienza.
E’ obiettivo e importante vocazione dell’Associazione praticare sempre più spazi sul territorio: va segnalata, in particolare, la buona collaborazione con il progetto Habitat Microaree, condiviso tra ASUGI, Comune di Trieste e ATER – Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale, per creare nuove relazioni che superano i confini tra centro e periferie, per costruire una visione d’insieme della città ove le donne possano far emergere bisogni e rivendicare diritti come presupposto fondamentale per la salute – cfr. ValmauraInAzione, 2023. Dal 2021 si propongono attività estive a Mossa di Cormons, località Preval, in accordo con i servizi di salute mentale di Gorizia e Monfalcone mentre è recente l'avvio di incontri con operatrici e donne ospiti del Dom na Krasu – Casa sul Carso, di Dutovlje – Duttogliano (Slovenia), finalizzati a costruire progetti comuni transfrontalieri.
Tutti progetti in collaborazione con gli Enti pubblici e altre associazioni, non solo del territorio, sulla scia di quelli realizzati in tre decenni a livello locale, regionale, statale ed europeo - dedicati alle nuove forme di cittadinanza attiva e di integrazione sociale.