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− | “847” è un giornale periodico, ciclostilato, curato da Ugo Guarino e dal Collettivo d’Arte, nato nel 1974 all’interno del manicomio di Trieste in trasformazione, con l’idea di esplicitare un discorso pratico-critico, anche ironico, nei confronti del regime asilare e di introdurre il discorso del "manicomio aperto” così come voluto dalla riforma Basaglia. Si intitola così perché nel momento in cui si concretizzò l’idea della pubblicazione - il 18 aprile 1974 - il totale dei degenti e degli “ospiti” di San Giovanni era di 847 persone. Il primo numero si apre con la “striscia della settimana”, e in esso compaiono anche le mappe del vecchio e del nuovo ospedale. Viene fatto riferimento alla creazione delle nuove accettazioni, al mutamento di significato dei reparti per “lungodegenti”, alla creazione dei reparti ed appartamenti autonomi. | + | “847” è un giornale periodico, ciclostilato, curato da [[Ugo Guarino]] e dal Collettivo d’Arte, nato nel 1974 all’interno del manicomio di Trieste in trasformazione, con l’idea di esplicitare un discorso pratico-critico, anche ironico, nei confronti del regime asilare e di introdurre il discorso del "manicomio aperto” così come voluto dalla riforma Basaglia. Si intitola così perché nel momento in cui si concretizzò l’idea della pubblicazione - il 18 aprile 1974 - il totale dei degenti e degli “ospiti” di San Giovanni era di 847 persone. Il primo numero si apre con la “striscia della settimana”, e in esso compaiono anche le mappe del vecchio e del nuovo ospedale. Viene fatto riferimento alla creazione delle nuove accettazioni, al mutamento di significato dei reparti per “lungodegenti”, alla creazione dei reparti ed appartamenti autonomi. |
− | “847” raccoglie contributi intorno alle pratiche individuali e comuni, ai meccanismi di consenso-dissenso, contro le forme di oppressione espresse dal manicomio. Gli scopi del giornalino sono di favorire le dialettiche assopite tra consenso e dissenso, denunciare l’espropriazione dei diritti e delle libertà, le forme repressive meno esplicite, pericolose, subdole, e le mistificazioni. Denuncia il problema della divisione che sussisteva all’interno dell’ospedale psichiatrico, in cui tutti vivevano e lavoravano separatamente e in cui vi era un’assenza di canali di comunicazione. Altro intento del giornale è quello di documentare la vita cittadina a partire dalla chiusura dell’OPP, i problemi aperti, i servizi sul territorio, i primi servizi residenziali per gli ex-degenti, la difficile applicazione della Legge 180. | + | |
+ | “847” raccoglie contributi intorno alle pratiche individuali e comuni, ai meccanismi di consenso-dissenso, contro le forme di oppressione espresse dal manicomio. Gli scopi del giornalino sono di favorire le dialettiche assopite tra consenso e dissenso, denunciare l’espropriazione dei diritti e delle libertà, le forme repressive meno esplicite, pericolose, subdole, e le mistificazioni. Denuncia il problema della divisione che sussisteva all’interno dell’ospedale psichiatrico, in cui tutti vivevano e lavoravano separatamente e in cui vi era un’assenza di canali di comunicazione. Altro intento del giornale è quello di documentare la vita cittadina a partire dalla chiusura dell’OPP, i problemi aperti, i servizi sul territorio, i primi servizi residenziali per gli ex-degenti, la difficile applicazione della [[Legge 180]]. | ||
Al giornale viene collegata anche la pubblicazione di quaderni che raccolgono materiali di informazioni, contributi più vasti ed organici. | Al giornale viene collegata anche la pubblicazione di quaderni che raccolgono materiali di informazioni, contributi più vasti ed organici. |
Versione delle 08:59, 6 ott 2022
“847” è un giornale periodico, ciclostilato, curato da Ugo Guarino e dal Collettivo d’Arte, nato nel 1974 all’interno del manicomio di Trieste in trasformazione, con l’idea di esplicitare un discorso pratico-critico, anche ironico, nei confronti del regime asilare e di introdurre il discorso del "manicomio aperto” così come voluto dalla riforma Basaglia. Si intitola così perché nel momento in cui si concretizzò l’idea della pubblicazione - il 18 aprile 1974 - il totale dei degenti e degli “ospiti” di San Giovanni era di 847 persone. Il primo numero si apre con la “striscia della settimana”, e in esso compaiono anche le mappe del vecchio e del nuovo ospedale. Viene fatto riferimento alla creazione delle nuove accettazioni, al mutamento di significato dei reparti per “lungodegenti”, alla creazione dei reparti ed appartamenti autonomi.
“847” raccoglie contributi intorno alle pratiche individuali e comuni, ai meccanismi di consenso-dissenso, contro le forme di oppressione espresse dal manicomio. Gli scopi del giornalino sono di favorire le dialettiche assopite tra consenso e dissenso, denunciare l’espropriazione dei diritti e delle libertà, le forme repressive meno esplicite, pericolose, subdole, e le mistificazioni. Denuncia il problema della divisione che sussisteva all’interno dell’ospedale psichiatrico, in cui tutti vivevano e lavoravano separatamente e in cui vi era un’assenza di canali di comunicazione. Altro intento del giornale è quello di documentare la vita cittadina a partire dalla chiusura dell’OPP, i problemi aperti, i servizi sul territorio, i primi servizi residenziali per gli ex-degenti, la difficile applicazione della Legge 180. Al giornale viene collegata anche la pubblicazione di quaderni che raccolgono materiali di informazioni, contributi più vasti ed organici.