Differenze tra le versioni di "Giuliano Scabia"
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Giuliano Scabia (Padova, 18 luglio 1935 – Firenze, 21 maggio 2021) è stato un drammaturgo e scrittore italiano. Si è laureato in filosofia morale a Padova nel 1960. Ha operato e scritto per il teatro, la narrativa e la poesia. | Giuliano Scabia (Padova, 18 luglio 1935 – Firenze, 21 maggio 2021) è stato un drammaturgo e scrittore italiano. Si è laureato in filosofia morale a Padova nel 1960. Ha operato e scritto per il teatro, la narrativa e la poesia. | ||
− | Scrittore, poeta, drammaturgo e narratore dei propri testi è stato protagonista di alcune tra le esperienze teatrali più vive degli ultimi decenni. Nel 1973 fu l’ideatore, assieme a Vittorio e Franco Basaglia, del gigantesco cavallo azzurro Marco Cavallo. Il cavallo di cartapesta, la cui storia è raccontata nel volume dallo stesso titolo del 1976, è divenuto simbolo del desiderio di libertà da parte degli internati nell'Ospedale Psichiatrico. | + | Scrittore, poeta, drammaturgo e narratore dei propri testi è stato protagonista di alcune tra le esperienze teatrali più vive degli ultimi decenni. Nel 1973 fu l’ideatore, assieme a Vittorio e [[Franco Basaglia]], del gigantesco cavallo azzurro [[Marco Cavallo]]. Il cavallo di cartapesta, la cui storia è raccontata nel volume dallo stesso titolo del 1976, è divenuto simbolo del desiderio di libertà da parte degli internati nell'Ospedale Psichiatrico. |
Fra i modelli sperimentati da Giuliano Scabia vanno citati il teatro a partecipazione nei quartieri, nelle scuole, nel manicomio e nei centri di salute mentale, i progetti su schemi vuoti, il teatro come narrazione, le azioni di lunga durata, la scrittura collettiva, il teatro nelle case, il dramma come azione/ricerca d'orizzonte, l'interrogazione dei margini (periferie/paesi/sentieri abbandonati da riaprire). | Fra i modelli sperimentati da Giuliano Scabia vanno citati il teatro a partecipazione nei quartieri, nelle scuole, nel manicomio e nei centri di salute mentale, i progetti su schemi vuoti, il teatro come narrazione, le azioni di lunga durata, la scrittura collettiva, il teatro nelle case, il dramma come azione/ricerca d'orizzonte, l'interrogazione dei margini (periferie/paesi/sentieri abbandonati da riaprire). | ||
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− | Giuliano Scabia, Lettera ai cavalli di Trieste, Biblioteca F. Basaglia di Vaiano | + | Giuliano Scabia, ''Lettera ai cavalli di Trieste'', Biblioteca F. Basaglia di Vaiano |
Versione delle 08:45, 5 ott 2022
Giuliano Scabia (Padova, 18 luglio 1935 – Firenze, 21 maggio 2021) è stato un drammaturgo e scrittore italiano. Si è laureato in filosofia morale a Padova nel 1960. Ha operato e scritto per il teatro, la narrativa e la poesia. Scrittore, poeta, drammaturgo e narratore dei propri testi è stato protagonista di alcune tra le esperienze teatrali più vive degli ultimi decenni. Nel 1973 fu l’ideatore, assieme a Vittorio e Franco Basaglia, del gigantesco cavallo azzurro Marco Cavallo. Il cavallo di cartapesta, la cui storia è raccontata nel volume dallo stesso titolo del 1976, è divenuto simbolo del desiderio di libertà da parte degli internati nell'Ospedale Psichiatrico.
Fra i modelli sperimentati da Giuliano Scabia vanno citati il teatro a partecipazione nei quartieri, nelle scuole, nel manicomio e nei centri di salute mentale, i progetti su schemi vuoti, il teatro come narrazione, le azioni di lunga durata, la scrittura collettiva, il teatro nelle case, il dramma come azione/ricerca d'orizzonte, l'interrogazione dei margini (periferie/paesi/sentieri abbandonati da riaprire). Dopo il primo libro di poesie, Padrone & Servo (1964), scrisse il testo per l'opera Diario italiano (1964), composta da Luigi Nono. Sempre per Nono compose anche La fabbrica illuminata, per voce e nastro magnetico, dedicata agli operai dell'Italsider di Genova. Ha fatto parte del Gruppo 63 ed è stato uno degli iniziatori del Nuovo Teatro scrivendo lo spettacolo Zip-Lap-Lip-Vap-Mam-Crep-Scap-Plip-Trip-Scrap e la Grande Mam alle prese con la società contemporanea, per la regia di Carlo Quartucci, presentato alla Biennale di Venezia nel 1965. Giuliano Scabia amava definire i percorsi della sua scrittura sentieri. Quello della poesia parte da Padrone e servo e arriva fino ai Canti del guardare lontano, passando per Il poeta albero e Opera della notte. Quello della saga composta dai romanzi In capo al mondo, Lorenzo e Cecilia e L'Azione Perfetta. Quello della saga di Nane Oca, composta da Nane Oca, Le foreste sorelle, Nane Oca rivelato e Il lato oscuro di Nane Oca. Quello del ciclo del Teatro Vagante comincia con All'improvviso e comprende Zip, Scontri generali, Commedia armoniosa del cielo e dell'inferno, Fantastica visione, Teatro con bosco e animali, Cinghiali al limite del bosco, Commedia del poeta d'oro, con bestie, Visioni di Gesù con Afrodite, L'insurrezione dei semi, Commedia di Aironi, Canto del mormorio, Opera del Sole sfolgorante e altri ancora, in tutto in quasi sessanta testi brevi e lunghi, fino a Commedia di matti assassini, Commedia del risveglio e Canto del Paradiso.
Una delle costanti della sua attività è stata progettare testi o “azioni teatrali” pensate per persone o gruppi precisi, con i quali condividere interessi culturali, politici, artistici, umani, sperimentando però sempre un'interrogazione continua delle forme convinto che “coloro insieme ai quali canti modificano il tuo canto”. Partendo dalla scrittura ha realizzato esperienze memorabili come le azioni teatrali di decentramento nei quartieri di Torino, le azioni in Emilia-Romagna e in tutta la pianura padana attraverso l'insegnamento aperto e diffuso partendo dalla sua cattedra di drammaturgia al DAMS (azioni descritte in Il Gorilla Quadrumano del 1974, in Dire fare baciare, del 1981, e nei più di 50 Quaderni di drammaturgia redatti insieme ai collaboratori/studenti).
Bibliografia
Giuliano Scabia, Lettera ai cavalli di Trieste, Biblioteca F. Basaglia di Vaiano