Differenze tra le versioni di "Centri di Salute Mentale"

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I Centri di Salute Mentale vengono pensati a partire dalla necessità di un intervento sul territorio totalmente sostitutivo al manicomio e nascono come veri e propri luoghi di ricezione terapeutica aperti alla cittadinanza sulle ventiquattro ore, capacI di restituire i diritti alla vita sociale delle persone che vivono il disagio mentale.
 
I Centri di Salute Mentale vengono pensati a partire dalla necessità di un intervento sul territorio totalmente sostitutivo al manicomio e nascono come veri e propri luoghi di ricezione terapeutica aperti alla cittadinanza sulle ventiquattro ore, capacI di restituire i diritti alla vita sociale delle persone che vivono il disagio mentale.
  
Già nel 1972 vennero avviate le prime proposte di servizi territoriali al di fuori dell’Ospedale Psichiatrico, dividendo il comprensorio in cinque zone affidate ciascuna a un’équipe e proponendo un territorio urbano di riferimento per ciascuna équipe. In particolare, nel 1975, a [[Barcola]] e [[Aurisina]] vengono aperti i primi due centri di salute mentale sulle ventiquattro ore che coprono i quartieri di Roiano, Gretta, Barcola, Cologna, Scorcola, San Giovanni, nonché il Comune di Aurisina e l’altopiano ovest. Nel frattempo era  stato aperto il [[Centro di Salute Mentale di Muggia]] sulle dodici ore. Nella stessa direzione, l’anno successivo l’équipe diretta da [[Mario Reali]] occupa un asilo in [[via Gambini]] dove sarebbe poi sorto un altro centro di salute mentale aperto sulle ventiquattro ore. In poco tempo verranno aperti anche i Centri di Salute Mentale di [[via della Guardia]], [[Domio]] e [[San Giovanni]], creando così una rete capillare su tutto il territorio.
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Già nel 1972 vennero avviate le prime proposte di servizi territoriali al di fuori dell’Ospedale Psichiatrico, dividendo il comprensorio in cinque zone affidate ciascuna a un’équipe e proponendo un territorio urbano di riferimento per ciascuna équipe. In particolare, nel 1975, a [[Centro di Salute Mentale di Barcola|Barcola]] e [[Centro di Salute Mentale di Aurisina|Aurisina]] vengono aperti i primi due centri di salute mentale sulle ventiquattro ore che coprono i quartieri di Roiano, Gretta, Barcola, Cologna, Scorcola, San Giovanni, nonché il Comune di Aurisina e l’altopiano ovest. Nel frattempo era  stato aperto il [[Centro di Salute Mentale di Muggia]] sulle dodici ore. Nella stessa direzione, l’anno successivo l’équipe diretta da [[Mario Reali]] occupa un asilo in [[Centro di Salute Mentale di via Gambini|via Gambini]] dove sarebbe poi sorto un altro centro di salute mentale aperto sulle ventiquattro ore. In poco tempo verranno aperti anche i Centri di Salute Mentale di via della Guardia, [[Centro di Salute Mentale di Domio|Domio]] e San Giovanni, creando così una rete capillare su tutto il territorio.

Versione delle 11:13, 15 set 2022

I Centri di Salute Mentale vengono pensati a partire dalla necessità di un intervento sul territorio totalmente sostitutivo al manicomio e nascono come veri e propri luoghi di ricezione terapeutica aperti alla cittadinanza sulle ventiquattro ore, capacI di restituire i diritti alla vita sociale delle persone che vivono il disagio mentale.

Già nel 1972 vennero avviate le prime proposte di servizi territoriali al di fuori dell’Ospedale Psichiatrico, dividendo il comprensorio in cinque zone affidate ciascuna a un’équipe e proponendo un territorio urbano di riferimento per ciascuna équipe. In particolare, nel 1975, a Barcola e Aurisina vengono aperti i primi due centri di salute mentale sulle ventiquattro ore che coprono i quartieri di Roiano, Gretta, Barcola, Cologna, Scorcola, San Giovanni, nonché il Comune di Aurisina e l’altopiano ovest. Nel frattempo era stato aperto il Centro di Salute Mentale di Muggia sulle dodici ore. Nella stessa direzione, l’anno successivo l’équipe diretta da Mario Reali occupa un asilo in via Gambini dove sarebbe poi sorto un altro centro di salute mentale aperto sulle ventiquattro ore. In poco tempo verranno aperti anche i Centri di Salute Mentale di via della Guardia, Domio e San Giovanni, creando così una rete capillare su tutto il territorio.