Differenze tra le versioni di "Goletta Il Califfo, Progetto Zig-Zag"

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L’esperienza della barca a vela risultò essere piacevole e formativa per i partecipanti, per la forza che può dare, per i vincoli di disciplina e di autodisciplina, per la responsabilità che ci si assume e si deve insegnare a condividere.  
 
L’esperienza della barca a vela risultò essere piacevole e formativa per i partecipanti, per la forza che può dare, per i vincoli di disciplina e di autodisciplina, per la responsabilità che ci si assume e si deve insegnare a condividere.  
 
“Neanche per precisare che non si tratta di una nuova terapia, ma piuttosto di costruire momenti, occasioni di benessere. Allargare l'ambiente delle persone, ed allargandolo abbracciare nuove fette di società, altri uomini. Provocare, vivere, inattesi incontri tra il "sano" ed il "malato". Raggiungere territori abbandonati, dimenticati: quelli di chi sta bene.” (Maurizio Costantino, Trieste, 1990. Il progetto Zig Zag)
 
“Neanche per precisare che non si tratta di una nuova terapia, ma piuttosto di costruire momenti, occasioni di benessere. Allargare l'ambiente delle persone, ed allargandolo abbracciare nuove fette di società, altri uomini. Provocare, vivere, inattesi incontri tra il "sano" ed il "malato". Raggiungere territori abbandonati, dimenticati: quelli di chi sta bene.” (Maurizio Costantino, Trieste, 1990. Il progetto Zig Zag)
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Il mare richiama un senso di libertà che a molti era precluso da anni, c’è chi faceva il bagno e non lo faceva da tempo. La barca a vela dischiudeva un orizzonte, quello sul mare aperto ma anche quello delle onde che s'infrangono sugli scogli della riva o quello sui porticcioli d’approdo, che rivela l’importanza delle esperienze all’aperto e al contatto con la natura anche per chi soffre di disturbi psichici.  
 
Il mare richiama un senso di libertà che a molti era precluso da anni, c’è chi faceva il bagno e non lo faceva da tempo. La barca a vela dischiudeva un orizzonte, quello sul mare aperto ma anche quello delle onde che s'infrangono sugli scogli della riva o quello sui porticcioli d’approdo, che rivela l’importanza delle esperienze all’aperto e al contatto con la natura anche per chi soffre di disturbi psichici.  
 
“Occorre stare attenti agli scogli che si celano sotto il pelo dell'acqua o che rendono molto stretto l'ingresso, e seguire le indicazioni delle boe e della carta nautica che il mio compagno tiene sulle ginocchia. Mentre un altro a prua scruta il mare dinanzi a sé.”
 
“Occorre stare attenti agli scogli che si celano sotto il pelo dell'acqua o che rendono molto stretto l'ingresso, e seguire le indicazioni delle boe e della carta nautica che il mio compagno tiene sulle ginocchia. Mentre un altro a prua scruta il mare dinanzi a sé.”

Versione delle 09:48, 26 set 2022

Califfo è il nome della barca a vela che i servizi triestini di salute mentale sono riusciti ad acquistare nel 1984. Il prezzo della barca era alto, circa 50 milioni di lire, il che impose ai titolari del progetto di ricercare degli sponsor, tra cui il maggiore risultava quello offerto dalla cooperativa “Il Posto delle Fragole”. Nel progetto venne coinvolto anche il velista triestino Mauro Pelaschier, noto per aver disputato la prestigiosa America’s Cup. L’esperienza della barca a vela risultò essere piacevole e formativa per i partecipanti, per la forza che può dare, per i vincoli di disciplina e di autodisciplina, per la responsabilità che ci si assume e si deve insegnare a condividere. “Neanche per precisare che non si tratta di una nuova terapia, ma piuttosto di costruire momenti, occasioni di benessere. Allargare l'ambiente delle persone, ed allargandolo abbracciare nuove fette di società, altri uomini. Provocare, vivere, inattesi incontri tra il "sano" ed il "malato". Raggiungere territori abbandonati, dimenticati: quelli di chi sta bene.” (Maurizio Costantino, Trieste, 1990. Il progetto Zig Zag)

Il mare richiama un senso di libertà che a molti era precluso da anni, c’è chi faceva il bagno e non lo faceva da tempo. La barca a vela dischiudeva un orizzonte, quello sul mare aperto ma anche quello delle onde che s'infrangono sugli scogli della riva o quello sui porticcioli d’approdo, che rivela l’importanza delle esperienze all’aperto e al contatto con la natura anche per chi soffre di disturbi psichici. “Occorre stare attenti agli scogli che si celano sotto il pelo dell'acqua o che rendono molto stretto l'ingresso, e seguire le indicazioni delle boe e della carta nautica che il mio compagno tiene sulle ginocchia. Mentre un altro a prua scruta il mare dinanzi a sé.”