Differenze tra le versioni di "Compagnia teatrale "Accademia della follia""
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− | Il primo gruppo teatrale che si forma all’interno degli spazi dell’ex OPP è la compagnia del Velemir Teatro nel 1983, grazie ad un’idea di Claudio MIsculin e Angela PIanca. Negli anni Novanta il gruppo viene rifondato da Misculin e Cinzia Quintilliani con il nome di Accademia della Follia. | + | Il primo gruppo teatrale che si forma all’interno degli spazi dell’ex OPP è la compagnia del [[Velemir Teatro]] nel 1983, grazie ad un’idea di [[Claudio MIsculin]] e [[Angela PIanca]]. Negli anni Novanta il gruppo viene rifondato da Misculin e [[Cinzia Quintilliani]] con il nome di Accademia della Follia. Il teatro è luogo di sperimentazione e produzione e il metodo dell’Accademia cerca nella tecnica e nel corpo il limite per tradurre in scena gli impulsi, i miti, le forze dell’inconscio, seguendo la scia del teatro performativo e sperimentale del secolo scorso. Oltre ciò, l’Accademia è invenzione di nuove forme istituzionali e di una professionalità che traduce le singolarità artistiche in strumenti di trasformazione sociale e istituzionale, ulteriore grado divergente nella rivoluzione basagliana. Non teatro emarginato, né rappresentazione della marginalità, ma propriamente luogo di lavoro teatrale. L’Accademia della Follia si afferma a Trieste e ben presto anche nel resto d’Italia, realizzando spettacoli a Torino, Milano, Cremona, Genova, Parma, Rimini, e poi anche all’estero (Zurigo, Lugano, Fiume, Lubiana). I temi degli spettacoli richiamano la grande tradizione del teatro di prosa, ma con evidenti richiami al mondo della sofferenza psichica. Fra gli spettacoli realizzati dall’Accademia della Follia si ricorda quello dedicato al medico ungherese [[Ignàc Semmelweis]] dal titolo “Il Dottor Semmelweis”, curato da Fulvio Falzarano e Tullia Alborghetti, con il testo di Angela Pianca, liberamente ispirato a “Il Dottor Semmelweis” di L.F. Céline. Il docu-spettacolo racconta la storia del Dottor Semmelweis, che con pochi mezzi intuì la sorprendente importanza di disinfettarsi le mani, salvando così dalla febbre puerperale migliaia di giovani donne. Osteggiato, non creduto e deriso dall’alta società medica dell’epoca (seconda metà dell’Ottocento) il medico finì i suoi giorni in un manicomio nei pressi di Vienna. L’Accademia della Follia realizza, presso la propria sede operativa all’interno del [[Dipartimento di Salute Mentale di Trieste]], corsi di formazione teatrale rivolti ad utenti dei [[Centri di Salute Mentale]], ai quali offre l’opportunità di partecipare agli spettacoli prodotti e ai progetti promossi sia in Italia che all’estero. Secondo il proprio statuto, l’Accademia della Follia si propone di rimuovere qualsiasi forma di discriminazione ed esclusione nei confronti di persone portatrici di disagio, riportare le persone che soffrono situazioni di svantaggio nell’ambito della normale fruizione dei propri diritti, divulgare sia in Italia che all’estero la filosofia che fa di Trieste la capofila nei processi di riforma dei servizi di salute mentale. «Perché l’umanità ha ancora bisogno di cento, mille palcoscenici per far capire che diversità, malattia, solitudine, poesia, non appartengono solo a categorie specifiche di persone, ma sono patrimonio di tutti. Perché, dal di dentro, noi sì, noi lo sappiamo: la follia appartiene alla normalità, non ne è affatto la negazione» (Claudio Misculin). Angela Pianca, fondatrice nel 1983 con Misculin del Velemir Teatro, è stata attrice, scrittrice di libretti e psicologa del [[CSM di Barcola]] in quegli anni. Cinzia Quintilliani è attualmente organizzatrice dell’Accademia della Follia. Oggi fa parte dell’Accademia della Follia anche Antonella Carlucci, attrice, regista e coordinatrice del laboratorio teatrale dell’Accademia della Follia. Assieme a lei fanno parte del cast dell’Accademia Sarah Taylor, coreografa, Alice Gherzil, cantante, Mario Rui, percussionista. Attori/attrci: Pavel Berdon, Gabriele Palmano “Charlie”, Pino Femminiano, Franco Cedolin, Giordano Vascotto, Paola Di Florio, Marzia Ritossa, Giulia Misculin, Beatrice Da Rios, Annalia Cassaris, Jazmine Bastiani, Raffaele Ramarro, Carmela Bevilacqua. |
− | Il teatro è luogo di sperimentazione e produzione e il metodo dell’Accademia cerca nella tecnica e nel corpo il limite per tradurre in scena gli impulsi, i miti, le forze dell’inconscio, seguendo la scia del teatro performativo e sperimentale del secolo scorso. Oltre ciò, l’Accademia è invenzione di nuove forme istituzionali e di una professionalità che traduce le singolarità artistiche in strumenti di trasformazione sociale e istituzionale, ulteriore grado divergente nella rivoluzione basagliana. Non teatro emarginato, né rappresentazione della marginalità, ma propriamente luogo di lavoro teatrale. | ||
− | L’Accademia della Follia si afferma a Trieste e ben presto anche nel resto d’Italia, realizzando spettacoli a Torino, Milano, Cremona, Genova, Parma, Rimini, e poi anche all’estero (Zurigo, Lugano, Fiume, Lubiana). | ||
− | I temi degli spettacoli richiamano la grande tradizione del teatro di prosa, ma con evidenti richiami al mondo della sofferenza psichica. Fra gli spettacoli realizzati dall’Accademia della Follia si ricorda quello dedicato al medico ungherese Ignàc Semmelweis dal titolo “Il Dottor Semmelweis”, curato da Fulvio Falzarano e Tullia Alborghetti, con il testo di Angela Pianca, liberamente ispirato a “Il Dottor Semmelweis” di L.F. Céline. Il docu-spettacolo racconta la storia del Dottor Semmelweis, che con pochi mezzi intuì la sorprendente importanza di disinfettarsi le mani, salvando così dalla febbre puerperale migliaia di giovani donne. Osteggiato, non creduto e deriso dall’alta società medica dell’epoca (seconda metà dell’Ottocento) il medico finì i suoi giorni in un manicomio nei pressi di Vienna. | ||
− | L’Accademia della Follia realizza, presso la propria sede operativa all’interno del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, corsi di formazione teatrale rivolti ad utenti dei Centri di Salute Mentale, ai quali offre l’opportunità di partecipare agli spettacoli prodotti e ai progetti promossi sia in Italia che all’estero. | ||
− | Secondo il proprio statuto, l’Accademia della Follia si propone di rimuovere qualsiasi forma di discriminazione ed esclusione nei confronti di persone portatrici di disagio, riportare le persone che soffrono situazioni di svantaggio nell’ambito della normale fruizione dei propri diritti, divulgare sia in Italia che all’estero la filosofia che fa di Trieste la capofila nei processi di riforma dei servizi di salute mentale. | ||
− | «Perché l’umanità ha ancora bisogno di cento, mille palcoscenici per far capire che diversità, malattia, solitudine, poesia, non appartengono solo a categorie specifiche di persone, ma sono patrimonio di tutti. Perché, dal di dentro, noi sì, noi lo sappiamo: la follia appartiene alla normalità, non ne è affatto la negazione» (Claudio Misculin). | ||
− | Angela Pianca, fondatrice nel 1983 con Misculin del Velemir Teatro, è stata attrice, scrittrice di libretti e psicologa del CSM di Barcola in quegli anni. Cinzia Quintilliani è attualmente organizzatrice dell’Accademia della Follia. | ||
− | Oggi fa parte dell’Accademia della Follia anche Antonella Carlucci, attrice, regista e coordinatrice del laboratorio teatrale dell’Accademia della Follia. Assieme a lei fanno parte del cast dell’Accademia Sarah Taylor, coreografa, Alice Gherzil, cantante, Mario Rui, percussionista. Attori/attrci: Pavel Berdon, Gabriele Palmano “Charlie”, Pino Femminiano, Franco Cedolin, Giordano Vascotto, Paola Di Florio, Marzia Ritossa, Giulia Misculin, Beatrice Da Rios, Annalia Cassaris, Jazmine Bastiani, Raffaele Ramarro, Carmela Bevilacqua. | ||
Versione delle 09:36, 15 set 2022
Il primo gruppo teatrale che si forma all’interno degli spazi dell’ex OPP è la compagnia del Velemir Teatro nel 1983, grazie ad un’idea di Claudio MIsculin e Angela PIanca. Negli anni Novanta il gruppo viene rifondato da Misculin e Cinzia Quintilliani con il nome di Accademia della Follia. Il teatro è luogo di sperimentazione e produzione e il metodo dell’Accademia cerca nella tecnica e nel corpo il limite per tradurre in scena gli impulsi, i miti, le forze dell’inconscio, seguendo la scia del teatro performativo e sperimentale del secolo scorso. Oltre ciò, l’Accademia è invenzione di nuove forme istituzionali e di una professionalità che traduce le singolarità artistiche in strumenti di trasformazione sociale e istituzionale, ulteriore grado divergente nella rivoluzione basagliana. Non teatro emarginato, né rappresentazione della marginalità, ma propriamente luogo di lavoro teatrale. L’Accademia della Follia si afferma a Trieste e ben presto anche nel resto d’Italia, realizzando spettacoli a Torino, Milano, Cremona, Genova, Parma, Rimini, e poi anche all’estero (Zurigo, Lugano, Fiume, Lubiana). I temi degli spettacoli richiamano la grande tradizione del teatro di prosa, ma con evidenti richiami al mondo della sofferenza psichica. Fra gli spettacoli realizzati dall’Accademia della Follia si ricorda quello dedicato al medico ungherese Ignàc Semmelweis dal titolo “Il Dottor Semmelweis”, curato da Fulvio Falzarano e Tullia Alborghetti, con il testo di Angela Pianca, liberamente ispirato a “Il Dottor Semmelweis” di L.F. Céline. Il docu-spettacolo racconta la storia del Dottor Semmelweis, che con pochi mezzi intuì la sorprendente importanza di disinfettarsi le mani, salvando così dalla febbre puerperale migliaia di giovani donne. Osteggiato, non creduto e deriso dall’alta società medica dell’epoca (seconda metà dell’Ottocento) il medico finì i suoi giorni in un manicomio nei pressi di Vienna. L’Accademia della Follia realizza, presso la propria sede operativa all’interno del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, corsi di formazione teatrale rivolti ad utenti dei Centri di Salute Mentale, ai quali offre l’opportunità di partecipare agli spettacoli prodotti e ai progetti promossi sia in Italia che all’estero. Secondo il proprio statuto, l’Accademia della Follia si propone di rimuovere qualsiasi forma di discriminazione ed esclusione nei confronti di persone portatrici di disagio, riportare le persone che soffrono situazioni di svantaggio nell’ambito della normale fruizione dei propri diritti, divulgare sia in Italia che all’estero la filosofia che fa di Trieste la capofila nei processi di riforma dei servizi di salute mentale. «Perché l’umanità ha ancora bisogno di cento, mille palcoscenici per far capire che diversità, malattia, solitudine, poesia, non appartengono solo a categorie specifiche di persone, ma sono patrimonio di tutti. Perché, dal di dentro, noi sì, noi lo sappiamo: la follia appartiene alla normalità, non ne è affatto la negazione» (Claudio Misculin). Angela Pianca, fondatrice nel 1983 con Misculin del Velemir Teatro, è stata attrice, scrittrice di libretti e psicologa del CSM di Barcola in quegli anni. Cinzia Quintilliani è attualmente organizzatrice dell’Accademia della Follia. Oggi fa parte dell’Accademia della Follia anche Antonella Carlucci, attrice, regista e coordinatrice del laboratorio teatrale dell’Accademia della Follia. Assieme a lei fanno parte del cast dell’Accademia Sarah Taylor, coreografa, Alice Gherzil, cantante, Mario Rui, percussionista. Attori/attrci: Pavel Berdon, Gabriele Palmano “Charlie”, Pino Femminiano, Franco Cedolin, Giordano Vascotto, Paola Di Florio, Marzia Ritossa, Giulia Misculin, Beatrice Da Rios, Annalia Cassaris, Jazmine Bastiani, Raffaele Ramarro, Carmela Bevilacqua.
Bibliografia
Angela Pianca, Giovanna Del Giudice, Claudio Misculin, Storia di Augusta, n/e
Claudio Misculin, Franco Rotelli, Giuseppe D'Arrigo, Velemir Teatro, n/e
Link
https://bit.ly/ACCADEMIAFOLLIA
https://bit.ly/VELEMIRTEATRO
https://bit.ly/TEATROSTAMPA