Differenze tra le versioni di "Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC)"
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− | Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) di Trieste dipende dal Dipartimento di Salute Mentale e ha sede presso l’Ospedale Maggiore. Rappresenta l'interfaccia tra ospedale e territorio e la sua funzione principale è svolgere attività di intervento psichiatrico per i casi di urgenza. | + | Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) di Trieste dipende dal Dipartimento di Salute Mentale e ha sede presso l’Ospedale Maggiore. Rappresenta l'interfaccia tra ospedale e territorio e la sua funzione principale è svolgere attività di intervento psichiatrico per i casi di urgenza. Aperto sulle 24 ore, lavora in stretto raccordo con il Pronto Soccorso e con le Unità Operative del Dipartimento di Salute Mentale. |
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Obiettivo del servizio di diagnosi e cura è ridurre il più possibile la durata del ricovero ospedaliero, in linea con i principi della territorialità e della continuità della cura. Offre altresì interventi di consulenza ai reparti ospedalieri che ne facciano richiesta. | Obiettivo del servizio di diagnosi e cura è ridurre il più possibile la durata del ricovero ospedaliero, in linea con i principi della territorialità e della continuità della cura. Offre altresì interventi di consulenza ai reparti ospedalieri che ne facciano richiesta. | ||
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+ | Le dimissioni sono rapide proprio perché concordate e coordinate con i servizi e gli interventi nell’area dell’urgenza e dell’emergenza psichiatrica e sono seguite in accordo con i Centri di Salute Mentale di competenza territoriale, per favorire la presa in carico delle situazioni anche più complesse da parte di questi e nel più breve tempo possibile. | ||
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Il modello organizzativo dell’SPDC, che opera in stretto collegamento con i Centri di Salute Mentale, ha consentito finora che gli utenti, anche nelle situazioni più gravi, mantenessero i contatti con il proprio ambiente per un più agevole superamento delle situazioni di crisi. Ciò ha confermato la possibilità di evitare l'istituzionalizzazione ed il rischio di neo-manicomialismo a cui i servizi di Diagnosi e Cura sono oggettivamente esposti. | Il modello organizzativo dell’SPDC, che opera in stretto collegamento con i Centri di Salute Mentale, ha consentito finora che gli utenti, anche nelle situazioni più gravi, mantenessero i contatti con il proprio ambiente per un più agevole superamento delle situazioni di crisi. Ciò ha confermato la possibilità di evitare l'istituzionalizzazione ed il rischio di neo-manicomialismo a cui i servizi di Diagnosi e Cura sono oggettivamente esposti. | ||
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Le porte del Servizio sono sempre aperte e non si ricorre in nessun caso alla contenzione, come nel resto del sistema di salute mentale a Trieste e Gorizia e nel resto della regione. La contenzione - e la necessità di non ricorrere ad essa - si riferisce al sistema di trattamento di quelli che un tempo venivano definiti alienati mentali. | Le porte del Servizio sono sempre aperte e non si ricorre in nessun caso alla contenzione, come nel resto del sistema di salute mentale a Trieste e Gorizia e nel resto della regione. La contenzione - e la necessità di non ricorrere ad essa - si riferisce al sistema di trattamento di quelli che un tempo venivano definiti alienati mentali. | ||
− | Le modalità di organizzazione ‘no-restraint”, | + | |
+ | Le modalità di organizzazione ‘no-restraint”, presenti solo in pochi servizi in Italia come pure nel mondo, escludono l’uso dei mezzi di coercizione meccanica, al fine di garantire e sostenere attivamente i diritti civili e la dignità delle persone, anche nei momenti di maggior difficoltà, in servizi open-doors e nella prospettiva di una continuità di cura in raccordo con i servizi territoriali. | ||
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− | Alice Banfi, Giovanna Del Giudice, Pier Aldo Rovatti, Slegalo!, Becco Giallo Editore | + | |
− | Giovanna Del Giudice, “...e tu slegalo subito. Sulla contenzione in psichiatria”, AlphaBeta edizioni | + | Alice Banfi, Giovanna Del Giudice, Pier Aldo Rovatti, ''Slegalo!'', Becco Giallo Editore |
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+ | Giovanna Del Giudice, ''“...e tu slegalo subito. Sulla contenzione in psichiatria”'', AlphaBeta edizioni |
Versione attuale delle 08:18, 25 ott 2023
Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) di Trieste dipende dal Dipartimento di Salute Mentale e ha sede presso l’Ospedale Maggiore. Rappresenta l'interfaccia tra ospedale e territorio e la sua funzione principale è svolgere attività di intervento psichiatrico per i casi di urgenza. Aperto sulle 24 ore, lavora in stretto raccordo con il Pronto Soccorso e con le Unità Operative del Dipartimento di Salute Mentale.
Obiettivo del servizio di diagnosi e cura è ridurre il più possibile la durata del ricovero ospedaliero, in linea con i principi della territorialità e della continuità della cura. Offre altresì interventi di consulenza ai reparti ospedalieri che ne facciano richiesta.
Le dimissioni sono rapide proprio perché concordate e coordinate con i servizi e gli interventi nell’area dell’urgenza e dell’emergenza psichiatrica e sono seguite in accordo con i Centri di Salute Mentale di competenza territoriale, per favorire la presa in carico delle situazioni anche più complesse da parte di questi e nel più breve tempo possibile.
Il modello organizzativo dell’SPDC, che opera in stretto collegamento con i Centri di Salute Mentale, ha consentito finora che gli utenti, anche nelle situazioni più gravi, mantenessero i contatti con il proprio ambiente per un più agevole superamento delle situazioni di crisi. Ciò ha confermato la possibilità di evitare l'istituzionalizzazione ed il rischio di neo-manicomialismo a cui i servizi di Diagnosi e Cura sono oggettivamente esposti.
Le porte del Servizio sono sempre aperte e non si ricorre in nessun caso alla contenzione, come nel resto del sistema di salute mentale a Trieste e Gorizia e nel resto della regione. La contenzione - e la necessità di non ricorrere ad essa - si riferisce al sistema di trattamento di quelli che un tempo venivano definiti alienati mentali.
Le modalità di organizzazione ‘no-restraint”, presenti solo in pochi servizi in Italia come pure nel mondo, escludono l’uso dei mezzi di coercizione meccanica, al fine di garantire e sostenere attivamente i diritti civili e la dignità delle persone, anche nei momenti di maggior difficoltà, in servizi open-doors e nella prospettiva di una continuità di cura in raccordo con i servizi territoriali.
Bibliografia
Alice Banfi, Giovanna Del Giudice, Pier Aldo Rovatti, Slegalo!, Becco Giallo Editore
Giovanna Del Giudice, “...e tu slegalo subito. Sulla contenzione in psichiatria”, AlphaBeta edizioni