Differenze tra le versioni di "Collettivo Artistico Arcobaleno"
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Il Collettivo “Arcobaleno” ha avuto un’ampia diffusione in ospedali, fabbriche, scuole medie ed elementari, scuole popolari di lavoratori, nidi d'infanzia, università, teatri, consigli zonali, cooperative, osterie, strade, abitazioni. Da esso ha preso anche vita un giornale a cui tutti potevano dare il proprio contributo ed era aperto, modificabile e modulabile, il tutto attraverso l’azione dei tanti e dei singoli. | Il Collettivo “Arcobaleno” ha avuto un’ampia diffusione in ospedali, fabbriche, scuole medie ed elementari, scuole popolari di lavoratori, nidi d'infanzia, università, teatri, consigli zonali, cooperative, osterie, strade, abitazioni. Da esso ha preso anche vita un giornale a cui tutti potevano dare il proprio contributo ed era aperto, modificabile e modulabile, il tutto attraverso l’azione dei tanti e dei singoli. | ||
− | L’obiettivo era quello di avviare e stimolare azioni collettive in appoggio al lavoro di liberazione portato avanti dal personale curante assieme ai degenti | + | |
+ | L’obiettivo era quello di avviare e stimolare azioni collettive in appoggio al lavoro di liberazione portato avanti dal personale curante assieme ai degenti dell’OPP di Trieste e in appoggio all'apertura di qualsiasi altra istituzione chiusa. |
Versione attuale delle 08:15, 25 ott 2023
Il Collettivo Artistico “Arcobaleno” è sorto nei primi anni ‘70 a Trieste sotto la direzione di Ugo Guarino, ed era un gruppo per condividere giochi d’arte, realizzati con ogni tipo di tecnica. La partecipazione era libera e prevedeva sia praticare arte sia osservarla. Era aperto a tutti i tipi di linguaggi e messaggi, ad ogni forma d’arte e come lo definiva il suo creatore era “il luogo dei collettivi d’arte”. “Arcobaleno è dovunque, il momento dei giochi d’arte è ora”.
Il Collettivo “Arcobaleno” ha avuto un’ampia diffusione in ospedali, fabbriche, scuole medie ed elementari, scuole popolari di lavoratori, nidi d'infanzia, università, teatri, consigli zonali, cooperative, osterie, strade, abitazioni. Da esso ha preso anche vita un giornale a cui tutti potevano dare il proprio contributo ed era aperto, modificabile e modulabile, il tutto attraverso l’azione dei tanti e dei singoli.
L’obiettivo era quello di avviare e stimolare azioni collettive in appoggio al lavoro di liberazione portato avanti dal personale curante assieme ai degenti dell’OPP di Trieste e in appoggio all'apertura di qualsiasi altra istituzione chiusa.