Differenze tra le versioni di "Centro di Salute Mentale di Barcola"

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Il Centro di Salute Mentale (CSM) di Barcola si trova a Trieste in viale Miramare 111 e afferisce al [[Distretto Sanitario]] n. 1. È attivo sulle 24 ore, 7 giorni su 7, con accoglienza diurna e notturna. Situato in un palazzina a due piani dei primi del Novecento, è dotato di 6 posti letto. Gli abitanti del bacino d’utenza del Distretto 1 sono 62.579. Il territorio del Distretto 1 è caratterizzato dalla compresenza di aree fortemente urbanizzate e aree prevalentemente rurali con piccoli paesi ed aree semiresidenziali. Ha un’estensione pari a circa due terzi dell'intera provincia di Trieste. Comprende da un lato una zona "bassa", prevalentemente urbana (Cologna, Scorcola), con alcuni rioni abbastanza ricchi di servizi e di vita sociale (Roiano, Gretta) e un quartiere residenziale (Barcola); dall'altro, il territorio carsico (Altipiano est e Altipiano ovest, con i comuni minori di Duino Aurisina, Monrupino e Sgonico).
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Il Centro di Salute Mentale (CSM) di Barcola si trova a Trieste in viale Miramare 111 e afferisce al Distretto Sanitario n. 1.
  
Il Centro di Salute Mentale di Barcola venne inaugurato nel 1975 e costituiva anche un gruppo appartamento per i dimessi. Primo primario è stato [[Franco Rotelli]], che dopo pochi mesi peraltro dovette rientrare a San Giovanni chiamato da Basaglia ad occuparsi del reparto accettazione uomini. Il centro di Barcola venne affidato a [[Peppe Dell’Acqua]]. Nel comune di Trieste in piazza Sansovino già da alcuni anni era in funzione un cosiddetto Centro d’Igiene Mentale, aperto alla cittadinanza due o tre volte per settimana dove si recavano soprattutto i dimessi. Secondo le [[équipe di Basaglia]] tale struttura era tuttavia senza senso e ne fu decisa la chiusura. A Barcola fu individuata una villetta di proprietà della Provincia già sede della commissione di leva. Franco Rotelli riuscì ad ottenere le chiavi dell’edificio e assieme a [[Carla Prosdocimo]] iniziò il lavoro di risistemazione. Egli contribuì personalmente a ciò anche portando propri mobili, divani e una cucina provvisoria. Da subito iniziarono gli interventi nel rione e le visite domiciliari. Nei primi tempi vi furono anche delle assemblee con la popolazione per giustificare la presenza della struttura. Il Centro di Salute Mentale di Barcola sorse in contemporanea agli altri centri di salute mentale sul territorio che andarono a sostituire l’Ospedale Psichiatrico Provinciale, in primis ad Aurisina e Muggia e poi nel resto della città.
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Il CSM è attivo sette giorni su sette, 24 ore su 24, (la notte per gli accolti), con 8 posti letto per l’ospitalità diurna e notturna e attività domiciliari e territoriali. L’attività principale è quella di accogliere la domanda di cura delle persone con problemi e disturbi mentali gravi, ma anche delle persone che, in certi momenti della loro vita, sperimentano situazioni di difficoltà e disagio, per accompagnarla nel territorio, nei contesti di vita delle persone, anche in collaborazione con cooperative sociali e soggetti del terzo settore.
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Situato in un palazzina a due piani dei primi del Novecento, è dotato di 6 posti letto.
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Il Centro di Salute Mentale di Barcola venne inaugurato nel 1975 e costituiva anche un gruppo appartamento per i dimessi. Il primo a ricoprire il ruolo da primario fu Franco Rotelli, che dopo pochi mesi dovette rientrare a San Giovanni per occuparsi della deistituzionalizzazione del reparto accettazione uomini. Il Centro di Barcola venne dunque affidato a Peppe Dell’Acqua.
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Nel comune di Trieste in piazza Sansovino già da alcuni anni era in funzione un cosiddetto Centro d’Igiene Mentale, aperto alla cittadinanza due/tre volte per settimana dove si recavano soprattutto le persone dimesse. Secondo le équipe di Basaglia tale struttura era tuttavia senza senso e ne fu decisa la chiusura. A Barcola fu individuata una villetta di proprietà della Provincia già sede della commissione di leva. Franco Rotelli riuscì ad ottenere le chiavi dell’edificio e assieme a Carla Prosdocimo iniziò il lavoro di risistemazione. Egli contribuì personalmente a ciò anche portando propri mobili, divani e una cucina provvisoria.
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Da subito iniziarono gli interventi nel rione e le visite domiciliari. Nei primi tempi vi furono anche delle assemblee con la popolazione per giustificare la presenza della struttura, mentre i primi gruppi appartamento venivano allestiti costruendo nuove pratiche e dispositivi di cura e accompagnamento per poi definirli istituzionalmente per consolidarne il funzionamento.
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Il Centro di Salute Mentale di Barcola sorse in contemporanea agli altri centri di salute mentale sul territorio che andarono a sostituire l’Ospedale Psichiatrico Provinciale, in primis ad Aurisina e Muggia e poi nel resto della città.

Versione attuale delle 12:03, 23 ott 2023

Il Centro di Salute Mentale (CSM) di Barcola si trova a Trieste in viale Miramare 111 e afferisce al Distretto Sanitario n. 1.

Il CSM è attivo sette giorni su sette, 24 ore su 24, (la notte per gli accolti), con 8 posti letto per l’ospitalità diurna e notturna e attività domiciliari e territoriali. L’attività principale è quella di accogliere la domanda di cura delle persone con problemi e disturbi mentali gravi, ma anche delle persone che, in certi momenti della loro vita, sperimentano situazioni di difficoltà e disagio, per accompagnarla nel territorio, nei contesti di vita delle persone, anche in collaborazione con cooperative sociali e soggetti del terzo settore.

Situato in un palazzina a due piani dei primi del Novecento, è dotato di 6 posti letto.

I residenti che appartengono al bacino di utenza del Distretto 1 sono 62.579. Il territorio del Distretto 1 è caratterizzato dalla compresenza di aree fortemente urbanizzate e aree prevalentemente rurali con piccoli centri ed aree semiresidenziali. Ha un’estensione pari a circa due terzi dell'intera provincia di Trieste. Comprende da un lato una zona "bassa", prevalentemente urbana (Cologna, Scorcola), con alcuni rioni abbastanza ricchi di servizi e di vita sociale (Roiano, Gretta) e un quartiere residenziale (Barcola); dall'altro, il territorio carsico (Altipiano est e Altipiano ovest, con i comuni minori di Duino Aurisina, Monrupino e Sgonico).

Il Centro di Salute Mentale di Barcola venne inaugurato nel 1975 e costituiva anche un gruppo appartamento per i dimessi. Il primo a ricoprire il ruolo da primario fu Franco Rotelli, che dopo pochi mesi dovette rientrare a San Giovanni per occuparsi della deistituzionalizzazione del reparto accettazione uomini. Il Centro di Barcola venne dunque affidato a Peppe Dell’Acqua.

Nel comune di Trieste in piazza Sansovino già da alcuni anni era in funzione un cosiddetto Centro d’Igiene Mentale, aperto alla cittadinanza due/tre volte per settimana dove si recavano soprattutto le persone dimesse. Secondo le équipe di Basaglia tale struttura era tuttavia senza senso e ne fu decisa la chiusura. A Barcola fu individuata una villetta di proprietà della Provincia già sede della commissione di leva. Franco Rotelli riuscì ad ottenere le chiavi dell’edificio e assieme a Carla Prosdocimo iniziò il lavoro di risistemazione. Egli contribuì personalmente a ciò anche portando propri mobili, divani e una cucina provvisoria.

Da subito iniziarono gli interventi nel rione e le visite domiciliari. Nei primi tempi vi furono anche delle assemblee con la popolazione per giustificare la presenza della struttura, mentre i primi gruppi appartamento venivano allestiti costruendo nuove pratiche e dispositivi di cura e accompagnamento per poi definirli istituzionalmente per consolidarne il funzionamento.

Il Centro di Salute Mentale di Barcola sorse in contemporanea agli altri centri di salute mentale sul territorio che andarono a sostituire l’Ospedale Psichiatrico Provinciale, in primis ad Aurisina e Muggia e poi nel resto della città.