Differenze tra le versioni di "Franco Rotelli"
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− | Franco Rotelli (Casalmaggiore, | + | Franco Rotelli (Casalmaggiore, 1942 - Trieste, 2023) è stato uno psichiatra italiano. È stato uno dei protagonisti della Riforma Psichiatrica in Italia e uno dei principali collaboratori di Franco Basaglia prima all'Ospedale Psichiatrico di Parma e poi fino al 1979 all'Ospedale Psichiatrico di Trieste. L'esperienza di trasformazione di questo ospedale psichiatrico, divenuta famosa in tutto il mondo, fu parte rilevante del percorso di elaborazione della legge italiana 180 con cui si stabiliva la chiusura definitiva degli ospedali psichiatrici italiani in favore di servizi interamente extraospedalieri. Dal 1979 (dopo il trasferimento a Roma di Basaglia) e fino al 1995 Rotelli sarà il direttore dell'Ospedale Psichiatrico di Trieste e dopo la sua chiusura, direttore dei Servizi di Salute Mentale della Provincia. Negli anni 2000 per oltre 10 anni svolge l'incarico di Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria di Trieste. Nel 2013 è eletto Consigliere Regionale e Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali della Regione Friuli Venezia Giulia. |
− | Laureandosi in Medicina e Chirurgia sceglie la psichiatria come "medicina dell'uomo" piuttosto che una pratica medica troppo spesso "scienza del corpo morto" | + | Laureandosi in Medicina e Chirurgia sceglie la psichiatria come "medicina dell'uomo" piuttosto che una pratica medica troppo spesso "scienza del corpo morto". |
− | Quando nel 1979 Basaglia lascia la direzione dell'Ospedale di Trieste per trasferirsi a Roma Rotelli viene incaricato, su indicazione dello stesso Basaglia, di dirigere dapprima l'OPP e poi, con il suo superamento, il sistema dei servizi psichiatrici della provincia. Manterrà questo ruolo per quindici anni fino al 1995. Si realizza con la sua direzione una rete di servizi interamente sostitutivi dell'Ospedale Psichiatrico, fondata su | + | Ottiene il suo primo incarico all'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere nel luglio 1969, realizzando nell'anno di lavoro presso quell'istituto una rilevante trasformazione di un grande reparto di internati per gravi reati in una comunità terapeutica. |
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+ | Anche grazie a questa esperienza altamente innovativa, nel 1971 Franco Basaglia (all'epoca direttore dell'Ospedale Psichiatrico di Parma) lo chiama a lavorare nella sua équipe. Franco Rotelli vince il concorso di primario nel 1973 a soli trent'anni. | ||
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+ | Quando nel 1979 Basaglia lascia la direzione dell'Ospedale di Trieste per trasferirsi a Roma Rotelli viene incaricato, su indicazione dello stesso Basaglia, di dirigere dapprima l'OPP e poi, con il suo superamento, il sistema dei servizi psichiatrici della provincia. Manterrà questo ruolo per quindici anni fino al 1995. Si realizza con la sua direzione una rete di servizi interamente sostitutivi dell'Ospedale Psichiatrico, fondata su Centri di Salute Mentale aperti 24 ore 7 giorni su 7, appartamenti protetti, case famiglia, cooperative sociali per l'inserimento lavorativo, laboratori per attività artistiche, culturali, teatrali, ecc. | ||
Nel 2001 accetta l'invito del Presidente della Campania Bassolino a dirigere l'Azienda Sanitaria Caserta 2 fino al 2004 realizzando una rilevante trasformazione del sistema sanitario locale. Torna a Trieste sempre come Direttore Generale della locale Azienda Sanitaria dal 2004 al 2010 In questo periodo viene organizzata una complessa rete di servizi sanitari fortemente innovativi e orientati ai principi della medicina di comunità. | Nel 2001 accetta l'invito del Presidente della Campania Bassolino a dirigere l'Azienda Sanitaria Caserta 2 fino al 2004 realizzando una rilevante trasformazione del sistema sanitario locale. Torna a Trieste sempre come Direttore Generale della locale Azienda Sanitaria dal 2004 al 2010 In questo periodo viene organizzata una complessa rete di servizi sanitari fortemente innovativi e orientati ai principi della medicina di comunità. | ||
− | Già in un primo scritto del 1967 Franco Rotelli assume posizioni fortemente critiche nei confronti dell'ideologia psichiatrica dominante demistificando in particolare la costruzione tutta ideologica del concetto di psicopatia in Kurt Schneider, generalmente fatta propria dalla psichiatria ufficiale. Sostiene al contrario un approccio "sartriano" al tema dell'incontro con l'altro in una pratica orientata a valori universali ed esplicitamente improntata ad un'etica delle libertà. Negli anni, continuerà la riflessione sulle pratiche emancipative fondate non su semplici paradigmi scientisti ma su un "sapere della complessità" che cerca un dialogo continuo tra soggetti e tra soggetti e comunità. | + | Già in un primo scritto del 1967 Franco Rotelli assume posizioni fortemente critiche nei confronti dell'ideologia psichiatrica dominante demistificando in particolare la costruzione tutta ideologica del concetto di psicopatia in Kurt Schneider, generalmente fatta propria dalla psichiatria ufficiale. Sostiene al contrario un approccio "sartriano" al tema dell'incontro con l'altro in una pratica orientata a valori universali ed esplicitamente improntata ad un'etica delle libertà. |
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+ | Negli anni, continuerà la riflessione sulle pratiche emancipative fondate non su semplici paradigmi scientisti ma su un "sapere della complessità" che cerca un dialogo continuo tra soggetti e tra soggetti e comunità. | ||
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+ | La fine dei manicomi viene vista come un passaggio imprescindibile di superamento di un paradigma semplicistico e quindi foriero di violenze, verso un paradigma maggiormente orientato alla complessità in cui i rapporti umani devono ricercare il massimo nella reciprocità e dalla libertà dei contesti di vita attraverso pratiche e politiche emancipative. | ||
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+ | Nei testi di conferenze in Italia, Giappone, Brasile, Spagna, Francia e molti altri paesi raccolti nel libro "Per la normalità" descriverà via via il percorso di ristrutturazione radicale dei servizi di salute mentale di Trieste, illustrandone i principi ispiratori. | ||
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+ | Desidera implementare vun sistema sanitario capace di confrontarsi con i problemi reali della vita delle persone. | ||
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+ | Propugna una più forte medicina pubblica del territorio e una riduzione del ruolo degli ospedali (così come, peraltro, di quello di tutte le "istituzioni totali"). La democratizzazione delle istituzioni pubbliche, la loro trasparenza e la loro efficacia vengono perseguite come valori fondanti nel compito di direzione degli apparati sanitari che ha impegnato Rotelli per decenni. | ||
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+ | Grande attenzione viene rivolta al mondo delle politiche attive di inclusione testimoniata anche dalla pubblicazione, alla fine degli anni ottanta, con Ota De Leonardis e Diana Mauri del volume "Per l'Impresa Sociale". | ||
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+ | Centrale nel pensiero di Franco Rotelli è proprio il problema dell'esclusione sociale, presente non solo a Trieste e in Italia ma anche nel resto del mondo. Rotelli propone al contrario delle pratiche che, seguendo la premessa basagliana di "mettere tra parentesi la malattia mentale" promuovano azioni contro lo stigma e l'oggettivazione, ed enfatizzando la risposta ai bisogni universali dei pazienti. | ||
− | + | Ne "L'Istituzione inventata" Almanacco di scritti e immagini, relativo a quarant'anni di lavoro dell'équipe di Trieste pubblicato nel maggio 2015, Rotelli disegna un percorso “stra/ordinario” pieno di atti e fatti costruiti attorno ai servizi di salute mentale e sanitari della città che diventano laboratori di senso, setting complessi in cui la vita intera viene a recitarsi, e dove se ne ricerca la dimensione affettiva, relazionale, collettiva, teatrale ed imprenditiva, tra regole e utopia. | |
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Bibliografia | Bibliografia |
Versione attuale delle 11:52, 23 ott 2023
Franco Rotelli (Casalmaggiore, 1942 - Trieste, 2023) è stato uno psichiatra italiano. È stato uno dei protagonisti della Riforma Psichiatrica in Italia e uno dei principali collaboratori di Franco Basaglia prima all'Ospedale Psichiatrico di Parma e poi fino al 1979 all'Ospedale Psichiatrico di Trieste. L'esperienza di trasformazione di questo ospedale psichiatrico, divenuta famosa in tutto il mondo, fu parte rilevante del percorso di elaborazione della legge italiana 180 con cui si stabiliva la chiusura definitiva degli ospedali psichiatrici italiani in favore di servizi interamente extraospedalieri. Dal 1979 (dopo il trasferimento a Roma di Basaglia) e fino al 1995 Rotelli sarà il direttore dell'Ospedale Psichiatrico di Trieste e dopo la sua chiusura, direttore dei Servizi di Salute Mentale della Provincia. Negli anni 2000 per oltre 10 anni svolge l'incarico di Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria di Trieste. Nel 2013 è eletto Consigliere Regionale e Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali della Regione Friuli Venezia Giulia.
Laureandosi in Medicina e Chirurgia sceglie la psichiatria come "medicina dell'uomo" piuttosto che una pratica medica troppo spesso "scienza del corpo morto".
Ottiene il suo primo incarico all'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere nel luglio 1969, realizzando nell'anno di lavoro presso quell'istituto una rilevante trasformazione di un grande reparto di internati per gravi reati in una comunità terapeutica.
Anche grazie a questa esperienza altamente innovativa, nel 1971 Franco Basaglia (all'epoca direttore dell'Ospedale Psichiatrico di Parma) lo chiama a lavorare nella sua équipe. Franco Rotelli vince il concorso di primario nel 1973 a soli trent'anni.
Quando nel 1979 Basaglia lascia la direzione dell'Ospedale di Trieste per trasferirsi a Roma Rotelli viene incaricato, su indicazione dello stesso Basaglia, di dirigere dapprima l'OPP e poi, con il suo superamento, il sistema dei servizi psichiatrici della provincia. Manterrà questo ruolo per quindici anni fino al 1995. Si realizza con la sua direzione una rete di servizi interamente sostitutivi dell'Ospedale Psichiatrico, fondata su Centri di Salute Mentale aperti 24 ore 7 giorni su 7, appartamenti protetti, case famiglia, cooperative sociali per l'inserimento lavorativo, laboratori per attività artistiche, culturali, teatrali, ecc.
Nel 2001 accetta l'invito del Presidente della Campania Bassolino a dirigere l'Azienda Sanitaria Caserta 2 fino al 2004 realizzando una rilevante trasformazione del sistema sanitario locale. Torna a Trieste sempre come Direttore Generale della locale Azienda Sanitaria dal 2004 al 2010 In questo periodo viene organizzata una complessa rete di servizi sanitari fortemente innovativi e orientati ai principi della medicina di comunità.
Già in un primo scritto del 1967 Franco Rotelli assume posizioni fortemente critiche nei confronti dell'ideologia psichiatrica dominante demistificando in particolare la costruzione tutta ideologica del concetto di psicopatia in Kurt Schneider, generalmente fatta propria dalla psichiatria ufficiale. Sostiene al contrario un approccio "sartriano" al tema dell'incontro con l'altro in una pratica orientata a valori universali ed esplicitamente improntata ad un'etica delle libertà.
Negli anni, continuerà la riflessione sulle pratiche emancipative fondate non su semplici paradigmi scientisti ma su un "sapere della complessità" che cerca un dialogo continuo tra soggetti e tra soggetti e comunità.
La fine dei manicomi viene vista come un passaggio imprescindibile di superamento di un paradigma semplicistico e quindi foriero di violenze, verso un paradigma maggiormente orientato alla complessità in cui i rapporti umani devono ricercare il massimo nella reciprocità e dalla libertà dei contesti di vita attraverso pratiche e politiche emancipative.
Nei testi di conferenze in Italia, Giappone, Brasile, Spagna, Francia e molti altri paesi raccolti nel libro "Per la normalità" descriverà via via il percorso di ristrutturazione radicale dei servizi di salute mentale di Trieste, illustrandone i principi ispiratori.
Desidera implementare vun sistema sanitario capace di confrontarsi con i problemi reali della vita delle persone.
Propugna una più forte medicina pubblica del territorio e una riduzione del ruolo degli ospedali (così come, peraltro, di quello di tutte le "istituzioni totali"). La democratizzazione delle istituzioni pubbliche, la loro trasparenza e la loro efficacia vengono perseguite come valori fondanti nel compito di direzione degli apparati sanitari che ha impegnato Rotelli per decenni.
Grande attenzione viene rivolta al mondo delle politiche attive di inclusione testimoniata anche dalla pubblicazione, alla fine degli anni ottanta, con Ota De Leonardis e Diana Mauri del volume "Per l'Impresa Sociale".
Centrale nel pensiero di Franco Rotelli è proprio il problema dell'esclusione sociale, presente non solo a Trieste e in Italia ma anche nel resto del mondo. Rotelli propone al contrario delle pratiche che, seguendo la premessa basagliana di "mettere tra parentesi la malattia mentale" promuovano azioni contro lo stigma e l'oggettivazione, ed enfatizzando la risposta ai bisogni universali dei pazienti.
Ne "L'Istituzione inventata" Almanacco di scritti e immagini, relativo a quarant'anni di lavoro dell'équipe di Trieste pubblicato nel maggio 2015, Rotelli disegna un percorso “stra/ordinario” pieno di atti e fatti costruiti attorno ai servizi di salute mentale e sanitari della città che diventano laboratori di senso, setting complessi in cui la vita intera viene a recitarsi, e dove se ne ricerca la dimensione affettiva, relazionale, collettiva, teatrale ed imprenditiva, tra regole e utopia.
Bibliografia
Franco Rotelli, L'istituzione inventata/almanacco Trieste 1971-2010, AlphaBeta edizioni, 2015 ried. 2016
Franco Rotelli, Per la normalità. Taccuino di uno psichiatra, edizioni e, 2008
Franco Rotelli, Vivir sin manicomios: la experiencia de Trieste, 2015